Finisce con due studenti arrestati e alcuni agenti feriti la protesta degli attivisti di Cambiare Rotta che chiedevano al Senato accademico dell’Università Sapienza di boicottare la collaborazione scientifica con Israele.
LE TENSIONI
Poi, nel tardo pomeriggio, le tensioni si sono riaccese quando uno studente, Mohammed Jummah, 27enne esponente dell’Unione democratica arabo palestinese, ha danneggiato un’auto della polizia saltandoci sopra in segno di protesta. Il giovane è stato arrestato per danneggiamento e portato al commissariato San Lorenzo. Danneggiate da altri manifestanti due auto del personale di vigilanza interno all’università. Il corteo si è diretto verso il commissariato, gli agenti hanno provato a impedirgli di raggiungerlo e un dirigente è stato aggredito, riportando un graffio sul collo. La responsabile del gesto, Stella Boccitto, 29 anni, è stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale. Circa trecento studenti hanno mostrato solidarietà agli attivisti al grido di «tutti liberi, tutte libere!», in piazza del Verano e poi si sono mossi in corteo per le vie di San Lorenzo. Una volta tornati sotto al commissariato, la Digos, diretta da Antonio Bocelli, ha comunicato agli studenti che, come da loro richiesto, i due arrestati avrebbero potuto passare la notte ai domiciliari, in attesa della direttissima di questa mattina. Mohammed infatti soffre di una malattia rara che richiede una terapia specifica.
LE REAZIONI
«Ho sentito il Questore Belfiore per esprimere il mio ringraziamento alle forze di polizia e la mia vicinanza agli agenti feriti in seguito agli incresciosi episodi presso l’Università Sapienza, sottolineando come l'operato degli agenti abbia evitato che la manifestazione potesse degenerare con più gravi conseguenze». Lo ha detto il Prefetto, Lamberto Giannini. A commentare anche la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la quale ha espresso vicinanza alla rettrice dell’ateneo, Antonella Polimeni. «Quello che sta accadendo è vergognoso. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta». È intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Piena condanna per le violenze avvenute. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell'ordine e ai docenti». «Chiediamo la sospensione degli accordi con Israele, non la cancellazione», ha spiegato Laura Guazzone, docente di Storia contemporanea del mondo arabo, che insieme ad altri 150 professori ha sottoscritto l’appello congiunto di 2500 tra studenti, docenti e ricercatori per chiedere lo stop agli accordi. L’università, si legge in una nota dell’ateneo di fine seduta, «si è impegnata a favorire la discussione, il confronto e la libera espressione del dissenso, purché non diventi prevaricazione». Nel documento, l’Università si impegna anche «alla realizzazione» «di ulteriori azioni di accoglienza, sostegno e solidarietà per le comunità accademiche coinvolte dal conflitto», e «stanzia una quota del budget per il finanziamento di visite di studiosi dal Medio Oriente». Impegni non ritenuti sufficienti per gli studenti solidali con la causa palestinese.