Tragedia nel Comune di Moneglia (Genova). Un rocciatore di 30 anni è morto dopo essere stato travolto da un'onda mentre stava recuperando una fune che gli era caduta sugli scogli.
Rocciatore morto, i soccorsi salvano la compagna
La ragazza è rimasta a lungo bloccata sulla falesia, fino a quando non è stata raggiunta dal personale speleo alpino fluviale dei Vigili del fuoco con l'elicottero Drago e portata in salvo, mentre da terra stavano cercando di avvicinarla da terra volontari del soccorso alpino e altri vigili del fuoco. È in buone condizioni, ma sotto choc. A dare l'allarme, con il cellulare, è stata proprio la ragazza. La coppia, nata in Argentina, da tempo vive a Genova. L'incidente è avvenuto in una parete molto amata dai rocciatori perché suggestiva, con due scogli, detti totem, in cui è stato creato un percorso per scalatori. Durante l'arrampicata alla coppia è caduta una fune. Il trentenne ha deciso di provare a recuperarla e si è calato fino agli scogli, dove è stato sorpreso da una violenta onda che l'ha trascinato in mare.
Il corpo non è stato trovato
Scattato l'allarme la strada provinciale che collega Riva Trigoso a Moneglia è stata chiusa per permettere ai soccorritori di operare al meglio. Sono intervenuti mezzi della capitaneria di porto, una motonave dei vigili del fuoco oltre all'elicottero dei vigili che, se non è stato utile per individuare il corpo del rocciatore, ha facilitato il recupero della ragazza che una volta portata a terra è stata trasportata all'ospedale San Martino per un controllo e un sostegno psicologico. Le operazioni di ricerca del corpo del compagno sono andate avanti per ore, ma con il calare della luce sono state sospese.