Scherza, il buon umore non gli viene meno, nonostante il pallore, gli occhi cerchiati e il respiro corto rotto di tanto in tanto da un colpo di tosse. Papa Francesco arrivato alla quarta udienza della mattinata, si lascia andare a un bilancio della sua situazione medica ormai sotto gli occhi del mondo, dopo che sabato mattina aveva annullato d'urgenza tutti gli impegni e si era dovuto anche sottoporre a una tac all'ospedale per capire se quel malessere che si trascinava si fosse trasformato in polmonite.
Ad un gruppo di studiosi che facevano parte di un seminario sull'etica in ambito sanitario, Francesco stamattina ha ironizzato: «Come potete vedere, sono vivo.
La riflessione si fa poi seria e il Pontefice si concentra sul bisogno di offrire speranze a chi è in uno stato di fragilità. «Prendersi cura della propria salute, la salute ha una sorta di opposto, è forte e fragile. "Che salute ha questo qui, come si regge, come è forte", ma è anche fragile. E una salute poco curata lascia spazio alla fragilità. Mi piace molto la medicina preventiva, perché previene gli eventi prima che accadano. Li ringrazio per quello che fanno. Non solo cercare soluzioni mediche, farmacologiche, ma anche accarezzare la salute, cioè pensare al bene della salute. E a come preservare questo bene. Non solo curare, ma anche preservare. È un lavoro per voi, vi ringrazio per essere venuti».
Poi si è scusato per il suo stato di affaticamento che non gli avrebbe più consentito di protrarre oltre l'incontro a Santa Marta. «Perdonatemi se non riesco più a parlare, ma non ne ho la forza. Quindi vorrei salutarvi, quindi, se facciamo in fretta, venite uno alla volta, avvicinatevi, perdonatemi se rimango seduto a salutarvi, uno alla volta».