Scuola e Covid, dalle mascherine ai tamponi le regole (e le raccomandazioni) per il ritorno in classe

Ci sono solo raccomandazioni e regole di buon senso, l'epoca delle restrizioni e degli obblighi è finita. Ricapitoliamo qui i possibili scenari

Domenica 10 Settembre 2023
Covid e scuola: come funziona? Tamponi, mascherine e vaccini, le regole per il ritorno in classe

Si torna a scuola, 7 milioni di studenti e le loro famiglie si stanno preparando per affrontare un nuovo anno scolastico. Un nuovo anno in cui bisognerà convivere ancora con il coronavirus e il Covid-19. I contagi sono in aumento ma, grazie all'esperienza degli anni precedenti, si potranno evitare grandi ondate di infezioni. Mascherine e vaccini sono ancora strumenti fondamentali per spezzare le catene di trasmissione del virus.

E i presidi hanno già dichiarato di essere pronti a distribuire dispositivi di protezione, come le mascherine, a chi le chiederà. 

 

Ritorno a scuola e contagi Covid, che succede

In questo momento in Italia la variante Eris è prevalente. Il ministero della Salute fa sapere che la situazione dei contagi non è allarmante. invita al buon senso e ha diramato nuove regole sui tamponi per diagnosticare tempestivamente le infezioni nei luoghi dove ci sono persone più fragili o con il sistema immunitario più debole: ospedali e Rsa.

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In settimana ci sarà un incontro al ministero per fare il punto della situazione. 

 

Quando inizierà la nuova campagna vaccinale anti-Covid?


I vaccini, sia quelli contro il Covid che quelli contro l'influenza, arriveranno a ottobre. La campagna per immunizzarsi contro Sars-Cov-2 partirà in concomitanza con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24.

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La campagna nazionale di vaccinazione anti Covid-19 prevede l’utilizzo di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente XBB 1.5, cosiddetta variante Kraken), già approvati e raccomandati da EMA e AIFA.

 

Cosa dicono i pediatri 

Le raccomandazioni per la stagione 2023-2024 del Ministero della Salute prevedono l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale a tutti i bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni e ai pazienti pediatrici di età superiore ai 6 anni a rischio di complicanze in corso di influenza.

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Si ribadisce l’utilità della vaccinazione antinfluenzale in tutta la popolazione pediatrica anche in assenza di patologie croniche, in quanto l’influenza può talora favorire lo sviluppo di infezioni batteriche gravi anche nel bambino sano.

 

Si possono somministrare insieme vaccino anti Covid e vaccino antinfluenzale?

Sì, è possibile la co-somministrazione. 

 

È obbligatorio il vaccino?

No. L’obiettivo della campagna nazionale è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. Ad alcuni gruppi di persone è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. 

Quali vaccini saranno utilizzati?

Sono vaccini a mRNA e proteici (aggiornati alla variante XBB 1.5). Quello di Pfizer e BioNTech è stato già approvato da Ema. Secondo le aziende, il vaccino aggiornato protegge dalle varianti XBB, compresa Eris, che discende da XBB.1.9.2.

A quali gruppi di persone è raccomandato il vaccino anti Covid?

Il Ministero della salute ha stilato un elenco di categorie di persone a cui è raccomandata la vaccinazione anti Covid. L'elenco non è esaustivo, si sottolinea rimandando a un consulto del medico di base. 

• Persone di età pari o superiore a 60 anni;

• Ospiti delle strutture per lungodegenti;

• Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;

• Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;

• Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, quali:

- Malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;

- Malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;

- Malattie cerebrovascolari;

- Diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;

- Malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegerative;

- Obesità (BMI >30);

- Dialisi o insufficienza renale cronica;

- Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;

- Patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;

- Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;

- Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);

- Attesa di trapianto d’organo;

- Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);

- Immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);

 - Immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);

- Asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;

- Infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ <200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;

- Malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;

- Sindrome di Down;

- Cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;

- Disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3

Come funzionerà a scuola: se sono positivo devo rimanere a casa?

Sì, è buon senso rimanere a casa se sono positivo ma non è obbligatorio. Non sono in vigore misure restrittive anti-Covid nelle scuole, quindi non ci sono indicazioni specifiche sui comportamenti da adottare. Se vengo a contatto con un positivo non ho l'obbligo di eseguire un tampone o di autoisolarmi. Ricordiamo però che in una circolare il ministero della Salute si raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie: indossare la mascherina, se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.

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«L'indicazione è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola - annuncia Mario Rusconi dell'Associazione presidi -. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel».

 

È obbligatorio fare il tampone per certificare che mi sono negativizzato? 


No. L’obbligo del tampone è stato abolito dal dicembre 2022, anche se poi una circolare del ministero della Salute lo raccomandava. Di fatto con l'abolizione dell’isolamento per i positivi il tampone non è obbligatorio ma si raccomanda di indossare la mascherina se si entra in contatto con altre persone. Rimane valido, dunque, «osservare le medesime precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie».

 


Cosa devo fare se sono positivo?

Se si è sintomatici, si raccomanda di rimanere a casa fino al termine dei sintomi. Applicare una corretta igiene delle mani. Evitare ambienti affollati. Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA. «Questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio», prescrive il Ministero della Salute.

 

Se vengo a contatto con un positivo che devo fare?


Non ci sono restrizioni, bisogna semplicemente stare attenti se compaiono eventuali sintomi di un contagio da Covid (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza) nei giorni immediatamente successivi al contatto. Nel corso di questi giorni «è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza. Se si manifestano sintomi suggestivi di Covid è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare».

Ultimo aggiornamento: 19:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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