MODI E MODA di
Luciana Boccardi
E' cambiata la bellezza oggi?
A colloquio con Dario Torresani
Giovedì 3 Settembre 2020
di Luciana Boccardi
Covis e bellezza? Che connubio! Nel mondo dell’estetica l’indagine sulla bellezza che ha preso l’avvio fin da qualche anno, da quando è stata messa in discussione la sua accettazione codificata per provocare con proposte e associazioni di immagine inedite e volutamente polemiche, ha allertato sociologi ed esteti sull’onda di proposte lanciate da alcuni stilisti con la scelta provocatoria di modelle non allineate con i canoni di bellezza ufficiale. Ma all’inizio sembravano boutades, colpi di fantasia per attirare l’attenzione del pubblico. Iniziata da tempo da Jean Paul Gaultier con l’ironia e il gusto della provocazione solo spettacolare , l’elezione della bruttezza a nuova bellezza è continuata in modo approfondito e a suo modo “pericoloso” con Alessandro Michele, di Gucci, rivoluzionando l’intero bagaglio di valutazioni fino ad oggi ritenute irrinunciabili e portando l’horror, il triste, il brutto (ovvero quello che abbiamo sempre ritenuto brutto) nelle passerelle di moda più autorevoli.
“ Cos’è di destra e cos’è di sinistra? “, si chiedeva in una canzone Giorgio Gaber, e noi possiamo parafrasarla chiedendoci “cos’è brutto e cos’è bello” oggi. Bellezza è un relativo, certo, non un assoluto, ma sta di fatto che questa dimensione che si era identificata sempre con l’armonia di segni, di colori, di forme , nel nostro tempo vacilla per lasciare posto a una voluta disarmonia proposta come nuova bellezza. Vale per gli stilisti ma anche per gli artisti in generale. Abbiamo individuato a caso , osservando l’esposizione allestita a Venezia negli spazi del rinnovato ristorante Paradiso , nei Giardini della Biennale, l’opera di un artista emergente, Dario Torresani , più o meno trent’anni, italiano (è cresciuto a Brescia ed è uscito dall’ l’Accademia di Brera a Milano come Product Designer) . Si tratta di un occhio “disegnato”, inventato, orientato su un mondo diverso ma allo stesso tempo vicino al nostro quotidiano che l’autore definisce messaggero di varie istanze problematiche : una sintesi di iride che vuole celebrare la capacità di guardare oltre la percezione visiva del mondo, oltre il “muro”. La pupilla è un ponte che ci porta ad indagare su noi stessi, anche sull’idea di bellezza .
“Bellezza per me - come la moda del resto - è effimero, dice Torresani, precisando che “le effimere sono piccolissimi insetti che nascono e hanno pochi minuti di vita, per cui devono accoppiarsi immediatamente per far sopravvivere la specie. “Bellezza è per me una percezione soggettiva che può manifestarsi attraverso l’olfatto, il tatto, la vista, l’udito, il gusto: ma resta un’emozione con un proprio mistero. Anche la moda, come la bellezza, è effimera perché nasce per morire e per rinascere. “
Torna ancora una volta il concetto leopardiano del dialogo tra la moda e la morte che il giovane artista evoca forse casualmente . “Io amo disegnare cose che ci appartengono culturalmente” - dice con estrema pacatezza ritenendosi un componente di quel nuovo mondo legato al design che indaga all’interno di un nuovo monco concettuale dove la bellezza è un fatto soggettivo, non codificabile solo esteticamente. Torresani fa parte del mondo di giovani artisti che nell’arte e nella moda si propongono come portatori di un nuovo universo estetico .
“La bellezza nella nostra vita e nella moda - che ne è compagna obbligata - è un’emozione soggettiva che si può trasmettere rendendola visibile o rinchiudere in noi. Ad esempio un gesto buono, senza secondi fini, gratuito può esprimere bellezza, o un’espressione di dolcezza . “Sì, La dolcezza è bellezza e non ci sarà design, look o trend di moda che potrà sopprimerla o ignorarla. “
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