La cittadinanza di Gallio
al Corpo Nazionale dei Bersaglieri

Venerdì 26 Agosto 2016 di Stefania Longhini
I Bersaglieri sul Monte Valbella

Con la ricorrenza dell’annuale Pellegrinaggio sul monte Valbella, cima sacra per tutti i Bersaglieri, in programma nell’ultimo weekend di agosto (sabato 27 e domenica 28 agosto), in concomitanza con il Centenario della Grande Guerra,  Gallio vuole onorare e ricordare, con segno di grande affetto e di rispetto, l'intero Corpo dei Bersaglieri conferendo allo stesso la Cittadinanza Onoraria, come segno della grande riconoscenza che tutto il paese e l'Altopiano intero nutrono verso di esso.
“Lo dobbiamo alle migliaia di giovani soldati italiani che con il loro amor patrio ed il loro sacrificio hanno contribuito a quello che poi è stato l'epilogo finale della prima guerra mondiale – sottolinea il sindaco di Gallio Emanuele Munari - Il paese di Gallio in primis fu liberato proprio dai Bersaglieri e non saremo mai stanchi di ringraziare le anime di coloro che fecero parte di questo massacro umano. Considero l’attribuzione della cittadinanza onoraria solo come il minimo dei gesti che un'amministrazione comunale, attenta e sensibile, potesse mettere in atto. Per il resto, solo il nostro silenzio e la nostra preghiera possono aiutare chi oggi ci guarda dall'alto”.
La due giorni dei Bersaglieri a Gallio prenderà avvio nel pomeriggio di sabato 27 agosto. Alle 17.30 in Piazza Italia ci sarà il concerto della Fanfara dei Bersaglieri di Padova. Subito dopo, sempre in piazza, il conferimento ufficiale da parte del sindaco Emanuele Munari, della Cittadinanza onoraria al Corpo dei Bersaglieri. Alle 20.45, in sala consiliare, è in programma la conferenza dal titolo “I Bersaglieri sull’Altipiano dei Sette Comuni nella Prima Guerra Mondiale” a cura del generale Luigi Scollo e del professor Galliano Rosset. Domenica 28, ritrovo alle 8 nel piazzale delle sciovie Valbella e Pellegrinaggio fino alla cima. Alle 9, l’onore ai caduti, l’alzabandiera, la Messa, la rievocazione storica, le allocuzioni e gli onori finali. Poi si scende in paese dove, alle 11, dopo l’onore ai caduti presso di due monumenti, ci sarà la sfilata in corteo e la corsa dei Bersaglieri al suono della Fanfara. A seguire il saluto dei Bersaglieri alla cittadinanza con la Fanfara dei Bersaglieri di Marostica.
 
Il legame con i fanti piumati
Nell’autunno del 1917 e nell’inverno successivo sulle cime Melette, Monte Xomo, Cima Valbella, Col del Rosso e Col d’Ecchele , i Bersaglieri si immolarono per impedire al nemico austro-ungarico di scendere attraverso la Val Frenzela e la Val Vecchia nella pianura vicentina, dando così il via alla riscossa dell’esercito italiano infiacchito e minato nelle sue certezze dopo la disastrosa rotta di Caporetto nell’ottobre del 1917. La “Battaglia dei tre Monti”, che vide protagonisti intrepidi e impavidi proprio i Bersaglieri, è entrata di diritto nella storia della Grande Guerra e nelle tradizioni del Corpo medesimo. Ben dieci Reggimenti di fanti piumati combatterono sui rilievi compresi tra la Vallarsa e il Brenta. Circa 10.000 furono i giovani soldati cremisi che persero la vita o rimasero feriti nel generoso tentativo di bloccare al nemico l’accesso alle nostre valli. E l’Austria-Ungheria non passò. Sul territorio di Gallio all’indomani della Grande Guerra vennero allestiti alcuni grandi cimiteri di guerra, che accolsero le salme delle migliaia di soldati, che avevano combattuto ed erano deceduti sull’Ortigara, sui Campigoletti, sul Chiesa, sulle Melette, sul Sisemol e sui “Tre Monti”. Nei cimiteri chiamati “Di qui non si passa”, “Cimitero Gen. Marcello Prestinari”, “Cimitero Ten. Maifreni”, “Cimitero Cap. Roberto Sarfatti”; furono composte le salme di Bersaglieri, di Alpini, di Arditi raccolte ovunque dai soldati del Genio Militare, dai prigionieri Austro-ungarici e dalla pietà della gente di Gallio, che una volta tornata dal profugato non solo ricostruì il paese, ma bonificò il terreno, offeso da quattro anni di bombardamenti e di scontri, della presenza delle bombe, dei reticolati, dei cavalli di frisia e dei tanti morti, che erano ancora disseminati ovunque e che la compassione dei commilitoni non ebbe purtroppo il tempo di interrare. Ciò che non poterono fare i soldati in armi, lo fece la popolazione di Gallio. Nel frattempo sorse a Gallio una Associazione formata soprattutto da donne, che per statuto si prese cura delle tombe, sulle quali non venne mai a mancare un fiore quale riconoscimento concreto del rispetto e dell’onore dovuto dalla popolazione di Gallio nei confronti di coloro che hanno versato il proprio sangue per la Patria. Su tutto il territorio di Gallio, colà dove negli anni della Grande Guerra si è accanitamente combattuto, si ergono ancora numerosi monumenti e tante stele a ricordo dei caduti e di quegli atti di eroismo.
 
 
 

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