«Così eliminano illegalmente rifiuti
pericolosi»: cittadino fa denuncia

Giovedì 3 Marzo 2016 di Maria Elena Mancuso
Fabrizio Bertacco ha presentato numerosi esposti e denunce sugli smaltimenti illegali

MAROSTICA - La denuncia è arrivata qualche giorno fa su una pagina facebook molto seguita dai marosticensi. Qualche foto scattata con il telefonino e poche parole per denunciare lo smaltimento abusivo di rifiuti “altamente inquinanti” in una piazzola sul ciglio della strada che da Marostica, su per le colline, porta fino a San Luca. A denunciare la cosa è Fabrizio Bertacco, classe 77, marosticense, che, lavorando nel settore dei rifiuti, conosce bene ciò di cui parla. Tanto da non aver paura di metterci la faccia. Tanto da aver intrapreso quasi una crociata personale, scandita da esposti e denunce fatti a forze dell’ordine e autorità.

Le foto di Bertacco: pattume altamente inquinante


«Ho visto da vicino cosa succede all’interno delle piccole aziende che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti», racconta Fabrizio. «Vincono gli appalti pubblici giocando al ribasso, ma le spese da sostenere per fare correttamente questo lavoro, ci sono. E quindi, l’unico modo per spuntarla, è aggirare le regole. Anche a rischio di mettere a repentaglio la salute dei cittadini e dei lavoratori. I rifiuti che ho fotografato sulle colline, non sono altro che il ghiaino e il pattume raccolti dalle spazzatrici che puliscono periodicamente le strade. Questo genere di rifiuto è catalogato, per legge, alla stregua dell’eternit, cioè come rifiuto “altamente inquinante”. Allo stesso modo, quindi, dovrebbe essere gestito seguendo rigide procedure. In pratica, bisognerebbe portarlo in un inceneritore che lo smaltisca. Per far questo, però, l’azienda deve pagare, oltre agli operai, anche il servizio di smaltimento».

In pratica, mentre plastica, vetro, metallo e carta vengono venduti alle aziende che si occupano di riciclaggio, fruttando così un guadagno, lo scarico delle spazzatrice comporta solo un costo. La via più facile, diventa quindi quella di “liberarsi” dei rifiuti, abbandonandoli in zone poco trafficate. «Ovviamente non posso e non voglio fare di tutta l’erba un fascio. Anche perché so, per esperienza diretta, che non tutte le aziende agiscono allo stesso modo. In imprese grandi e strutturate come quella in cui lavoro adesso, ad esempio, questo genere di cose non succede».

«Gli amici e i familiari continuano a ripetermi di lasciar stare, ma non posso farlo. Ho vissuto sulla mia pelle cosa significhi essere sfruttati, sottopagati e lavorare mettendo a rischio la propria pelle e quella degli altri, solo per portare a casa la pagnotta. E anche se adesso la cosa non mi riguarda più come lavoratore, continua a riguardarmi come cittadino e come persona. Soprattutto perché, vi assicuro che quella delle spazzatrici non è l’unica pratica rischiosa che viene messa in atto. Per questo ho fatto esposti e denunciato tutto al comune, ai vigili urbani, alla Guardia di Finanza e a qualunque altro ente che ho ritenuto possa fare qualcosa. Al momento gli unici a rispondere sono stati i Carabinieri. Sono stato convocato e ho rilasciato una deposizione dettagliata. Mi hanno assicurato che si stanno muovendo e che ci sono delle indagini in corso. Io continuerò a tenere gli occhi aperti in attesa che qualcosa cambi davvero».

Ultimo aggiornamento: 17:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA