Papa Francesco torna di nuovo ad affacciarsi dal Palazzo Apostolico dopo essere tornato dal Gemelli e dalla complicata operazione al colon.
Francesco all'Angelus
«Anche se gioisce nel vedere i suoi discepoli felici per i prodigi della predicazione, non si dilunga in complimenti e domande, ma si preoccupa della loro stanchezza fisica e interiore. Li vuole mettere in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi: lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù» dice Francesco riflettendo così sulla pausa estiva che inizierà ad agosto per tutti e che, probabilmente, riguarda soprattutto la sua condizione di malato convalescente sottoposto al controllo a una pausa forzata per non compromettere il percorso di guarigione.
Papa Francesco, la decisione di tornare in Vaticano per mettere a tacere le voci sulla sua salute
Il suggerimento che offre Francesco è di fermarsi, stare in silenzio pregare «per non passare dalle corse del lavoro a quelle delle ferie». Proprio come faceva anche Cristo secondo il racconto dei Vangeli. «Il suo tenero invito – riposatevi un po’ – dovrebbe accompagnarci: guardiamoci dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino per guardare negli occhi le persone, a coltivare il silenzio, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio».
Il riposo porta in sé, ha ripetuto, una predisposizione alla contemplazione che, a sua volta, favorisce la misericordia. «Abbiamo bisogno di una “ecologia del cuore”, che si compone di riposo, contemplazione e compassione. Approfittiamo del tempo estivo per questo!» è stato il suggerimento del Papa prima di ritirarsi dalla finestra che affaccia su Piazza San Pietro ed essere riportato dai suoi collaboratori a Santa Marta.
Al termine dell'Angelus il Papa ha espresso vicinanza alle popolazioni del Belgio, della Germania e dell'Olanda messe in ginocchio dalla devastante inondazione che ha causato decine di morti e dispersi. Allo stesso modo ha ricordato le tensioni in Sudafrica e, per finire, le tribolazioni dei cubani. «Prego che si possa costruire la pace con il dialogo e la solidarietà, per una società più giusta e fraterna».