Nonostante in Vaticano nessuno stia smaniando di andare a fondo per risolvere definitivamente il caso Rupnik, altrove è destinato a non eclissarsi.
Abusi, padre Rupnik è ormai una patata bollente (anche per il Vaticano) e i gesuiti lo cacciano via
Erano stati inaugurati nel 2008 in occasione del 150esimo anniversario delle apparizioni mariane. Quei grandi mosaici erano stati voluti da Wojtyla nel santuario francese, ma ora potrebbero avere i giorni contati. «Abbiamo voluto nella commissione anche vittime di abusi sessuali, visto che l'autore di queste opere è accusato di aggressioni e abusi spirituali» ha affermato il vescovo Jean-Marc Micas. Al momento non è stato deciso nulla e nulla trapela, le consultazioni andranno avanti e a fine anno uscirà il verdetto che potrebbe essere orientato a smantellare totalmente le opere considerando la valenza simbolica del santuario di Lourdes.
Stessa cosa sta accadendo nella diocesi di Losanna, dove è stato avviato un percorso simile per valutare quale sarà il destino delle opere del sacerdote artista. I mosaici dello Chemin de Joie di Ginevra, realizzati dall'ex gesuita, costituiscono un percorso di 13 tavole musive installate sulle facciate di chiese e altri luoghi in tutto il cantone di Losanna e realizzate da artisti del centro Encanada in Perù e del Centro Aletti di Roma, dove Marko Ivan Rupnik è stato direttore per molti anni.
Una cosa analoga riguarda il Santuario di Nostra Signora Aparecida, uno dei luoghi mariani più amati in Brasile. Lì, invece, è stato bloccato il lavoro musivo di Rupnik dopo la Compagnia di Gesù lo ha espulso alcuni mesi fa.
Nonostante in Vaticano e in Vicariato ci siano importanti opere finora nessuno sembra abbia mai avuto l'intenzione di sollevare questioni simili, sperando che prima o poi tutto finisca nel dimenticatoio e il caso Rupnik si avvii verso l'oblio.