Sos dal mondo ebraico mondiale. Una lettera aperta, dai toni angosciati, firmata da centinaia di rabbini di tutto il mondo è stata inviata a Papa Francesco per chiedergli di «agire come faro di chiarezza morale e concettuale in mezzo a un oceano di disinformazione, distorsione e inganno» per contrastare «l'odiosa negazione di Israele e degli ebrei e di riaffermare il diritto di Israele a esistere».
Naturalmente viene citata la Nostra Aetate e si ripercorrendo i tragici fatti del 7 ottobre - «un vero e proprio pogrom del tipo che tutti speravamo non fosse più possibile» scrivono - poi ammettono il momento «di angoscia e sofferenza per gli ebrei di tutto il mondo». Una pagina, scrivono, che segna un prima e un dopo, praticamente la peggiore ondata di antisemitismo dal 1945. «Questo stato di cose fa tremare la terra sotto i nostri piedi».
I firmatari scrivono di apprezzare quello che ha sempre fatto il Papa per contrastare l'antisemitismo tuttavia ora «le minacce sono ancora una volta veramente e chiaramente esistenziali. Chiediamo quindi alla Chiesa di essere memore del patrimonio che condivide con gli ebrei e mossa non da ragioni politiche ma dall'amore spirituale del Vangelo» e di attivarsi per fare in modo che «non si permetta mai più che i semi rovinati dell'antigiudaismo e dell'antisemitismo attecchiscano in nessun cuore umano».