Vajont, la figlia del notaio Chiarelli:
«Ora basta, chi sa parli con me»

Giovedì 3 Ottobre 2013 di Simona Pacini
Francesca Chiarelli in redazione al Gazzettino
BELLUNO - Son contenta delle reazioni che hanno suscitato le mie dichiarazioni al Gazzettino. Sarebbe stato peggio che fossero passate in sordina. Anche se ora mi ritrovo a dover gestire un polverone. Francesca Chiarelli, dopo aver riportato all’attenzione dei media quanto sostenuto dal padre, il notaio Isidoro scomparso 9 anni fa, non risponde nemmeno quasi più al telefono.



Ma perché parlare solo ora, alla vigilia del 50° anniversario della tragedia?

«Io sono una semplice cittadina, non competeva a me tirar fuori questa storia. La domanda andrebbe fatta al contrario. Perché in tanti anni nessuno si è preso la briga di valorizzare la testimonianza di mio padre, seppur sommersa da altre duemila. Perché nessuno, fra giudici, studiosi ed esperti, l’ha fatto? Ho pensato anche che forse potrei avere aperto la strada a chi fino ad ora non ha avuto il coraggio di dire la sua».



Si aspettava tanto clamore?

«Non di queste dimensioni. Ma sono contenta che la procura riapra con animo più sereno i documenti processuali, senza le pressioni che invece c’erano 50 anni fa e anche dopo».



Altri particolari sul Gazzettino di Belluno in edicola o sull'edizione digitale, cliccando qui
Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA