Otto anni fa, il 29 aprile del 2011, Lamberto Sposini venne colpito da un ictus. Stava per andare in onda con uno speciale de "La vita in diretta" nel suo studio in Rai. Come tutti i giorni. Da quel giorno, che ha cambiato la sua vita per sempre, si parla di ipotetici ritardi e inefficienze da parte della Rai nei primi soccorsi prestati a Sposini. Da mesi - come scrive il Corriere della Sera - un collegio di giudici ha invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale, ma dalla Rai tutto tace e la proposta (in primo grado erano stati chiesti 11 milioni di euro, ora l’accordo si raggiungerebbe con 350 mila euro) non è mai arrivata. La prossima udienza d’appello è fissata per il 21 maggio.
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«Sposini ha dato molto alla Rai, anche sul fronte dell'informazione sportiva, alla Tgr e al Tg1 - dice Clemente Mimun, direttore del Tg % che lavorò tanti anni con il collega - anche se non voglio entrare nelle logiche di altre aziende mi sarei aspettato un atteggiamento diverso da parte della Rai perchè Lamberto lo merita davvero».
E sulla vicenda è intervenuto anche il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: «Il caso Sposini continua ad essere una macchia sull'operato della Rai.