Nella transizione da altoatesino freddo e compassato a italiano vero, campione ed esempio, secondo la prassi social media dalle stelle alle stalle e ritorno, Jannik Sinner predica umiltà, rispetto, attenzione e lavoro.
«Cerco sempre di restare calmo», raccomanda il Profeta dai capelli rossi. «Contro Medvedev è stata una partita ottima tatticamente e mentalmente: lui all'inizio ha provato a essere molto aggressivo e poi ha provato da molto lontano, però ero pronto alle due situazioni», racconta.
CONCENTRAZIONE
«Jim Courier esalta la mia capacità di concentrazione senza passaggi a vuoto? In allenamento sono sempre serio e focalizzato sul miglioramenti perché le cose che succedono lì si ripresentano in partita. Anche se poi ognuna ha la sua storia, vediamo come va in finale», spiega.
E poi torna ad applaudire coach Simone Vagnozzi (assente a Miami), super-coach Darren Cahill, preparatore fisico Umberto Ferrara, fisioterapista Giacomo Naldi, osteopata Andrea Cipolla, mental coach Riccardo Ceccarelli, amico del cuore Alex Vittur, manager Lawrence Frankopan: «La differenza in campo la fa il giocatore ma senza una squadra dietro non va da nessuna parte».
«Sì, il tennis sta diventando uno sport di squadra», concorda coach Gipo Arbino che, dopo 18 anni, ha chiuso il sodalizio con Lorenzo Sonego. «Dipende dal livello, per Sinner e i migliori è così, e gli altri quando se lo possono permettere li imitano. Noi italiani siamo fortunati: qualche volta ci appoggiamo come tecnico a Umberto Rianna e al fisioterapista della Fit. Altrimenti, Lorenzo è andato anche da solo, poi quando ha guadagnato di più ha portato con sé anche me e poi pure il suo preparatore fisico. Le spese del coach rientrano nel contratto generale, quelle degli specialisti variano da 1500 ad anche 10mila dollari a settimana».