Battaglia fra club e Federazione rugby sui 2,5 milioni di contributi e sulle parole del vice presidente Luisi

Mercoledì 21 Febbraio 2024 di Ivan Malfatto
Lo striscione appeso da settembre in tribuna allo stadio "Battaglini" di Rovigo

ROVIGO - Si riaccende il contrasto (mai sopito) fra le nove società del campionato di serie A Elite e la Federazione italiana rugby. La battaglia riparte da Rovigo. Dove i nove rappresentati si sono riuniti venerdì. E dove allo stadio “Battaglini” non è mai stato tolto lo striscione “W il rugby italiano. La Fir ci chieda scusa”, appeso dopo la brutta pagina dei 62 giocatori squalificati ingiustamente in Rovigo-Petrarca a settembre.

Il fuoco l’hanno riacceso le dichiarazioni del vice presidente della Fir Antonio Luisi sul sito On Rugby, con replicato sull’altro sito Pianeta Rugby. «I presidenti dei club del massimo campionato italiano, riunitisi a Rovigo, manifestano stupore in merito alle recenti dichiarazioni pubbliche di Luisi - scrive il portavoce Roberto Manghi - In qualità di imprenditori che investono nel rugby cifre significative da tempo, siamo preoccupati e delusi dall’essere sempre contrapposti ingiustamente ad altri amici professionisti e imprenditori che finanziano squadre in differenti campionati, nazionali o di base.

Desideriamo inoltre approfondire la questione relativa al contributo di 2,5 milioni di euro menzionato da Luisi come erogato alle società di Élite. Chiediamo di ricevere dettagli chiari e trasparenti in merito a questa contribuzione».

Cos’ha detto Luisi per scatenare il risentimento dei nove presidenti? «Il 65% delle nostre risorse deriva dal Sei Nazioni e dall’Urc - ha affermato il braccio destro del presidente Marzio Innocenti - Il rilevante contributo alle squadre di Serie A Elite è a totale carico del bilancio federale. Gli accordi in essere con i Board richiedono che i proventi che arrivano dal contesto internazionale debbano essere reinvestiti nell’Urc e nella Nazionale. Noi riusciamo a fare uno sforzo enorme per trovare delle risorse e dare dei contributi alla Serie A Elite, nonostante il contributo delle società al bilancio federale sia pressoché nullo. I 2,5 milioni di euro che diamo alla Serie A Elite pareggiano il contributo che di fatto diamo alle franchigie. Benetton e Zebre costano 10 milioni, ma da 7-8 arrivano dal contributo Urc condizionato a un reinvestimento nell’alto livello. Non è, come molti pensano, che uscendo dal sistema delle franchigie improvvisamente si creerebbero più risorse per i club, anzi».
 

SOLDI SOTTRATTI AGLI ALTRI
Come dire, cari club siamo noi che vi manteniamo, o quasi. Tesi irriguardosa verso Francesco Zambelli, Alessandro Banzato, Enrico Grassi e altri presidenti che riversano uno-due milioni di euro l’anno sul massimo campionato italiano organizzato (e trascurato nell’ultimo ventennio) dalla Fir. «Inoltre - è la stoccata finale di Luisi per contrapporre ai club delle serie minori - ogni euro concesso alla Serie A Elite viene sottratto ai restanti club e non consente di investire o sostenere, come si dovrebbe, lo sviluppo e la crescita a 360° per i restanti campionati e attività».
Se non è un grido di battaglia tutto questo, poco ci manca. Lunedì il comunicato congiunto dei nove club. Martedì l’incontro di Manghi con i vertici federali (il direttore del torneo Marco Aloi, il tecnico federale Daniele Pacini). Mercoledì la risposta della Fir qui sotto. Quale sarà la nuova puntanta della querelle?

LA RISPOSTA DELLA FIR

La Federazione italiana rugby dà i numeri rispondendo alla FemiCz Rovigo e agli altri otto club di Serie A Elite. E conferma la tesi che sarebbero dei “mantenuti” ricevendo contributi senza dare nulla in cambio al bilancio. 

«La Fir - scritto nella sua nota ufficiale - nel respingere ogni insensata speculazione su una presunta volontà di contrapporre i club del massimo campionato alle altre società affiliate, si è limitata - per tramite del proprio vice presidente Luisi - a ribadire il proprio impegno, anche economico, allo sviluppo della Serie A Elite Maschile.

Relativamente all’investimento di due milioni e mezzo di euro garantito da Fir giova rilevare come la somma indicata dal vice presidente trovi effettiva corresponsione nei bilanci federali degli ultimi anni, comprensiva non solo dei contributi ordinari erogati dalla Federazione alle società partecipanti alla Serie A Elite Maschile (990.000 euro circa), ma a tutte le poste funzionali alla formazione, all’evoluzione e alla promozione del massimo campionato: dalla produzione televisiva (745.000 euro) alle spese per gli ufficiali di gara (175.000 euro), dall’implementazione del Tmo (la cifra di quanto costa non è riportata, ndr), sino ai premi erogati ai club semifinalisti e finalisti (245.000 euro), cui si aggiungono spese accessorie per le attività di marketing e comunicazione per un investimento complessivo pari, per il 2024, a 2.350.000 euro. Somma che tiene conto rispetto alle precedenti stagioni della riduzione da dieci a nove squadre».

LE CINQUE CONSIDERAZIONI

Cinque considerazioni si queste cifre ora ufficializzate.
1) Non sono 2,5 milioni ma 150mila euro meno di quanto affermato da Luisi; 2) I contributi effettivi che finiscono nelle casse dei club sono 110.00 euro l’anno rispetto ai 160-180 mila del passato, più i premi; 3) Le riprese televisive e streaming, compreso Rovigo-Petrarca del 24 marzo su Rai 2, non producono un centesimo di diritti (in Italia forse non li produce neanche il Benetton vincente in Urc), ma addirittura costano 745.000 euro di produzione imputabili ai club; 4) Lo stesso vale per lo stipendio al direttore del torneo Marco Aloi non citato (sembra 80.000 euro) che non ha prodotto finora particolati ricadute sul campionato; 5) Perchè inserire i costi arbitrali fra i contributi ai club? Sono normali costi di funzionamento a ogni livello, non solo in Serie A Elite.

Ultimo aggiornamento: 12:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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