I calciatori che giocano nel campionato della Cisgiordania mangiano e dormono insieme da tre mesi: pochi giorni dopo il 7 ottobre, data in cui Hamas ha attaccato Israele facendo scatenare la controffensiva, hanno lasciato la propria terra per andare ad affrontare due partite di qualificazione alla prossima Coppa del Mondo, una in Kuwait (in "casa" contro l'Australia), l'altra negli Emirati Arabi.
GOL E MORTE
Durante il conflitto, secondo alcune stime, sarebbero stati uccisi oltre 70 calciatori. Un numero che si alza se aggiungiamo allenatori e preparatori atletici. Una nazionale giovane quella palestinese, riconosciuta dalla Fifa solamente nel 1998 con Blatter, allora presidente, che andò a fare visita a Rafah per stringere la mano al primo commissario tecnico della storia Ricardo Carugati, un argentino. Dopo i gol contro Hong Kong i giocatori hanno esultato incrociando mani e polsi e disegnando una V con le dita: il significato è quello di libertà e viene fatto anche dalla squadra femminile.LA STELLA
Oday Dabbagh, classe 1998, è un tesserato dello Charleroi, in Belgio. È lui la stella di questa squadra, il primo a giocare in Europa. Nato a Gerusalemme è cresciuto con l'idolo Van Persie. Il secondo portiere, Amir Kaddoura, ha legato la propria carriera alla squadra svedese del Landskrona, perché è nato lì e perché è stato naturalizzato. Tutti gli altri giocano tra Kuwait, Egitto, Cile e Arabia Saudita. Quelli che ovviamente ancora hanno un campionato da disputare. Gli altri al momento dividono il pensiero tra la Coppa e la guerra. Tra l'odore dell'olio canforato e quello del sangue. Tra il rumore dei tifosi e quello delle bombe. Un cuore diviso a metà con la voglia di scrivere la storia dal lato bello della medaglia. Lasciando agli altri quella che riempirà i libri: di solito quella è tragedia. Il lato terribile.© RIPRODUZIONE RISERVATA