Mondiale per club, Bayern in finale
Marcello Lippi umiliato da Guardiola

Mercoledì 18 Dicembre 2013 di Benedetto Saccà
Mondiale per club, Bayern in finale Marcello Lippi umiliato da Guardiola
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Una partita senza storia. Prevedibile, del resto. Il Bayern Monaco di Guardiola ha piegato (3-0) il Guangzhou di Lippi nella semifinale del Mondiale per club, qualificandosi così per la finale di sabato sera. Ribery, Mandzukic e Götze hanno risolto la sfida di Agadir, Marocco, ma tutti gli elementi della squadra regina d’Europa hanno impartito un’indimenticabile e, fra l’altro, legittima lezione di calcio ai cinesi campioni d’Asia. Il sogno di Lippi è dunque svanito. D’altronde i bavaresi si sono dimostrati smisuratamente migliori rispetto agli avversari, apparsi deboli, impalpabili, forse perfino emozionati dall’importanza del palcoscenico. Le statistiche sono francamente impietose: il Bayern, ad esempio, ha tirato in porta per 13 volte, e ha requisito il pallone per il 72% del tempo. Un dominio. All’opposto i cinesi non sono riusciti a calciare verso Neuer neppure in un’occasione, e hanno raccolto soltanto le briciole del possesso palla, appena il 28%.



Quanto al corso della partita, be’, probabilmente pure l’arbitro gambiano Gassama si è annoiato. I cinesi, per la verità, hanno resistito fino al 40’, è vero, ma il Bayern poi ha firmato tre reti, ha comandato senza palpiti, e ha colpito almeno quattro legni, andando a memoria. Le differenze, si sa, emergono sempre alla distanza. Il portiere Neuer, giusto per avere un’idea, ha giocato addirittura da libero all’occorrenza, Ribery e Götze hanno sfrecciato sotto le tribune, hanno allargato il campo, e hanno anche deciso il confronto, Thiago e Lahm hanno alzato il baricentro, Mandžukic ha garantito la profondità alla squadra. Un meccanismo quasi perfetto, certo. E Robben era assente per un infortunio. Ritmi blandi, comunque, trame labili, tensione nulla.



Sul fronte dei cinesi, Lippi ha allestito un 4-3-3 del tutto improbabile. D’altra parte molti, a tratti, hanno avuto l’impressione di intravvedere una sorta di 4-5-1, specie durante le fasi difensive. Ecco, si sarà capito, il Guangzhou ha impostato la propria strategia affidandosi al contenimento, al ribaltamento, al contrassalto, al lancione lungo capace di scavalcare la mediana, e di catapultare le ali verso una zona (magari...) poco custodita dai terzini tedeschi, spesso proiettati in avanti. La punta Elkeson e l’argentino Conca però hanno deluso. E il brasiliano Muriqui ha fallito un’opportunità d’oro a specchio aperto, delittuoso davvero.



Viceversa Ribery ha sbloccato l’incontro calciando imparabilmente al volo con il sinistro dal vertice, un vero prodigio. Mandžukic, poi, ha sfruttato un assist di Thiago per raddoppiare di testa in tuffo, spedendo così il pallone oltre i guanti di Zeng dal cuore dell’area. Götze, infine, ha timbrato la sentenza esplodendo un destro che ha sibilato sotto l’incrocio. Il portiere lo ha potuto solo accompagnare con lo sguardo, si può immaginare. Il presidente Blatter avrà certo apprezzato in tribuna.



Oggi l’Atletico Mineiro di Ronaldinho affronterà i marocchini del Raja Casablanca a Marrakech nella seconda semifinale. Sabato il Guangzhou di Lippi sarà impegnato nella finale per il terzo posto, mentre il Bayern di Guardiola nella finalissima di Marrakech.
Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 10:16

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