Milan-Roma, Dybala contro Leao: è lotta di classe. Paulo: «Vogliamo continuare con De Rossi»

Stasera a San Siro l'andata dei quarti di Europa League

Giovedì 11 Aprile 2024 di Stefano Carina
Milan-Roma, Dybala contro Leao: è lotta di classe. Paulo: «Vogliamo continuare con De Rossi»

ROMA Così uguali ma così diversi. In comune? La voglia di giocare e divertirsi. Tocca a loro due, Dybala e Leao, accendere la gara di questa sera. Lo dicono i numeri, la classe, la capacità di essere decisivi. Perché se è vero che c'è una Roma con Dybala e un'altra senza, stesso discorso si può estendere al Milan: un conto è quando c'è il portoghese, un altro quando è assente (o si assenta). Nel loro caso le statistiche fotografano soltanto in parte l'importanza che rivestono per le rispettive squadre. Perché per un centravanti è semplice: si contano i gol e si tira una linea. Misurare invece il genio, l'estro, la fantasia, è difficile. Se non impossibile. Perché magari un dribbling non fa statistica ma è la giocata che risolve la partita. L'angelo dalle gambe storte, Garrincha, insegna. Paulo e Rafael sono pronti. Quella di questa sera è la prima sfida stagionale visto che la Joya ha saltato entrambi gli appuntamenti in campionato contro i rossoneri. Stagioni differenti ma simili. L'argentino - che ha giocato 9 gare in meno rispetto al rossonero - si fa preferire per i gol (14 a 12). Il portoghese invece è davanti negli assist (10-8), nei passaggi chiave (50-37) e nei dribbling (60-25). Quello che appare certo è che sia Pioli che De Rossi sanno come sfruttarli. Il legame con Mou era fortissimo, non è da meno quello con Daniele: «Ho molta libertà di muovermi, senza abbassarmi tanto perché poi è lunga arrivare in aria. Per me l'importante è aiutare i compagni. Ora avendo più la palla, abbiamo più possibilità di giocare e i numeri crescono per tutti». E per lui in primis: 8 gol in 12 partite dall'arrivo di De Rossi e sopratutto quasi il 70% dei minuti giocati.

Sembra il matrimonio perfetto. Che tutti vorrebbero prolungato anche il prossimo anno.

Alla domanda, l'argentino inizialmente prende tempo: «Alcune scelte non dipendono da me, a noi farebbe piacere continuare con Daniele. Vedendolo ogni giorno come allena, cosa trasmette e ci dà da quando è arrivato, si respira grande entusiasmo. Se lui riesce a mantenere questa voglia nel quotidiano, ha tutte le carte in regola per arrivare ai livelli di Allegri e Mourinho». Quando si rende conto che la domanda sul futuro riguarda soprattutto la sua situazione (è in scadenza nel 2025 e in attesa di un rinnovo da questa estate), abbozza un sorriso: «Ah io? Poi parleremo con la società per capire che intenzioni ha ma adesso dobbiamo concentrarci sulla partita, anche perché tutti sappiamo quale competizione vogliamo giocare il prossimo anno». Parole che somigliano ad un assegno firmato in bianco. Della serie, io ci sono. Leao non ha di questi problemi: in estate ha rinnovato sino al 2028.

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VOGLIA DI RIVINCITA

In carriera Dybala ha vinto scudetti e una coppa del Mondo. Gli manca il trofeo europeo. C'è andato vicino due volte, sfiorando una Champions ai tempi della Juventus e proprio l'Europa League con la Roma lo scorso anno a Budapest. Ora ci riprova: «Perdere una finale è la più brutta che può capitarci a noi calciatori. Io ne ho perse tante e vinte altre. Il percorso dello scorso anno è stato bellissimo, quel gruppo sarebbe rimasto nella storia per aver vinto un trofeo così. Persi anche una finale di Champions ed è stato bruttissimo. Il calcio dà sempre la rivincita, speriamo arrivi quest'anno». Il primo passo è questa sera.

Ultimo aggiornamento: 20:31
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