Italia, a Corte federale sbarra la porta a Lippi: «Figlio procuratore, non può essere direttore tecnico della nazionale»

Martedì 5 Luglio 2016
Marcello Lippi e Carlo Tavecchio
Con il parere della Corte d'appello federale giunto oggi si scrive la parola fine alla vicenda dell'incarico di Marcello Lippi quale dt delle nazionale, incarico cui l'ex ct aveva rinunciato nei giorni scorsi proprio per l'incompatibilità con l'attività di procuratore del figlio. Il presidente della federcalcio Carlo Tavecchio aveva chiesto un parere interpretativo in merito all'articolo 3.2 del vigente Regolamento per i servizi di procuratore sportivo e in particolare se «l'attività di procuratore sportivo sia o meno compatibile con l'incarico di natura tecnica svolto presso la Figc, nell'ambito delle squadre nazionali, da soggetto che ha rapporto di parentela di primo grado in linea retta con il procuratore sportivo».

Secondo la Corte federale «il rapporto di parentela in linea retta di primo grado con soggetto titolare di incarico federale di natura tecnica rende evidentemente incompatibile, alla stregua della portata generale della norma vigente sopra descritta, l'esercizio dell'attività di procuratore sportivo.
Tale principio può trovare parziale smentita, e quindi limiti alla sua applicazione, solo quando l'incarico federale attribuito al soggetto 'in rapportò col procuratore sia estraneo all'area tecnica della Federazione o della società affiliata, oppure non sia contrassegnato da potestà decisionale, come nel caso, ad esempio, di mansioni solo operative o dell'atleta tesserato per la società».
Ultimo aggiornamento: 14:53
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