Cosa ha portato Daniele De Rossi? Intanto i punti.
Pagelle Salernitana-Roma: Dybala stappa la partita (6,5), Kristensen (5) il peggiore in campo
I RIVITALIZZATI
De Rossi ha scelto una comunicazione diversa dall'ultimo Mourinho, ma molto simile al primo, per intenderci quello che desiderava un Pellegrini per ogni zona del campo, «se ne avessi tre, li schiererei titolari tutti e tre». Il nuovo allenatore usa un linguaggio tenero con i suoi calciatori, li protegge (vedi Rui Patricio), li esalta (Pellegrini «capitano ideale», «Cristante un grande giocatore e ragazzo straordinario» più sugli altri, nessuno escluso «ho una squadra forte, esperta e con personalità»). Quando parla spesso si assume le responsabilità, anche dopo la vittoria di Salerno, riferendosi a certi errori, ha voluto precisare: «Se certe cose non riescono è colpa mia, perché non sono stato in grado di trasmettere bene certi concetti»).
Magari De Rossi non penserà di allenare la squadra più forte del mondo, né che siano solo colpe sue, ma vista la fragilità mostrata in passato da alcuni elementi, una comunicazione meno muscolare in questa fase può aiutare. Daniele sfrutta l'amicizia con certi suoi elementi, da Pellegrini allo stesso Cristante, più Paredes e tanti altri. Si fa sentire vicino a loro, o ancora uno di loro. E usa lo stesso metodo anche con chi con lui non ha mai giocato. Esemplare la difesa di Rui Patricio, ad esempio, pur sapendo che il portiere è a scadenza e il prossimo anno, De Rossi o non De Rossi, non ci sarà. Questo modo di lanciare messaggi ai suoi attraverso le sedi pubbliche qualche risultato lo ha dato: Pellergini ha ritrovato un po' di smalto e un pizzico di sorriso in più; Karsdorp si sente di nuovo dentro un progetto e prova a tirar fuori qualche qualità scomparsa. Bove è il piccolo De Rossi, che viene responsabilizzato come Capello faceva con lui. Altre cose positive? Il ritorno nel breve periodo di qualche altro titolare che, per motivi diversi, è stato dimenticato, come Smalling e Ndicka, più il nuovo che avanza, Angeliño.
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