Mancini, un leader in difficoltà: è arrivato al rush finale senza benzina

Avrebbe voluto riscattarsi dopo l’autogol di Leverkusen e invece ha peggiorato la situazione

Lunedì 13 Maggio 2024 di Gianluca Lengua
BAtalanta’s erat Djimsiti fights for the ball with Roma's Mancini during the Serie A soccer match between Atalanta and AS Roma at the Gewiss Stadium , north Italy - Sunday 12 May , 2024. Sport - Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)

Alla fine le forze sono finite. Gianluca Mancini non ce l’ha fatta ad arginare una Atalanta straripante reduce da una finale di Europa League conquistata appena tre giorni prima e da tanta voglia di arrivare in Champions attraverso il campionato senza lasciare nulla di intentato.

Avrebbe voluto riscattarsi dopo l’autogol di Leverkusen e invece ha peggiorato la situazione. I due gol segnati da De Ketelaere sono in gran parte sua responsabilità. Nel primo gli ha lasciato troppo spazio in area, di fatto è saltata la marcatura, il belga si è accentrato, spostato il pallone e tirato indisturbato. Inoltre, Ndicka non ha avuto nemmeno la forza di raddoppiare. Nel secondo ha permesso a Scamacca di verticalizzare per Koopmeiners che con un passaggio semplicissimo è riuscito a servire il centrocampista che ha segnato il raddoppio. Quello che è successo dopo per certi versi è ancora peggio, perché l’Atalanta ha fatto quello che ha voluto nell’area giallorossa. A metà secondo tempo la Dea è riuscita anche fare tiki-taka in area avversaria. Un domino totale che è stato favorito soprattutto dallo stato fisico della linea difensiva che è apparsa senza energie. Soprattutto Mancini, reduce da una serie di straordinari durante i quali ha dovuto stringere i denti per mancanza di alternative valide. Non è un segreto il suo problema di pubalgia che ogni tanto lo costringe ad allenamenti differenziati. Contro la Juventus ha riposato, ma per il resto ha sempre giocato 90 minuti diventando anche decisivo.

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MOMENTO PEGGIORE

La rete contro la Lazio e le due segnate in Coppa contro il Milan hanno rappresentato il momento migliore della stagione. La settimana che si è chiusa ieri, invece, sarà d non ricordare. Cominciata giovedì in Germania dove, senza colpa, si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quel pallone che gli sbatte sul viso dopo un errore di Svilar e finisce in porta, ha distrutto in un istante i sogni di una finale a Dublino. E poi ieri, non è riuscito ad arginare gli avversari condendo troppi spazi. È mancata l’aggressività che si è vista spesso da inizio stagione, ma è mancato anche l’aiuto di Ndicka, pure lui spaesato e in completa difficoltà. Una regressione, quella dell’ivoriano, inaspettata anche perché dovrebbe essere più fresco rispetto a Mancini. E, invece, non ha avuto la lucidità di prendere in mano la situazione e aiutare il compagno. Si è fatto saltare con estrema facilità, ha commesso falli superflui ed è stato spesso impreciso. Gianluca, a differenza dell’ivoriano, è diventato un punto di riferimento per la tifoseria che ha compreso quanto abbia aiutato in questa stagione. Sono stati infatti centinaia i messaggi di solidarietà dopo l’autogol di Leverkusen. E, probabilmente, dopo la prestazione di ieri non diventerà il capro espiatorio di una situazione che dovrà essere sanata il prossimo anno. L’assenza di Smalling per sei mesi non ha permesso ai titolari di rifiatare, rendendo complicatissima la gestione del finale di stagione.

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