La strategia è chiarissima. Se Jannik Sinner dovesse correre anche solo il minimo rischio di peggiorare la situazione partecipando al Roland Garros, allora a Parigi non andrà. Perché mai come in questo momento è importante guardare la luna e non il dito: l'altoatesino è il tennista del momento, ha davanti a sé un futuro da numero uno del mondo e una ricaduta sarebbe pericolosa. La buona notizia che arriva però da Torino, dove Jannik è arrivato ieri per il primo giorno di cure al J-Medical, la clinica della Juventus, è che il problema all'anca sarebbe traumatico e non congenito.
Sinner, il lavoro verso il Roland Garros
Sinner è arrivato ieri in clinica a bordo di un van nero e ha dimostrato la solita disponibilità verso chi si trovava all'interno della clinica e lo ha riconosciuto, scattando foto e firmando qualche autografo. Con lui c'erano il preparatore atletico Umberto Ferrara e arriverà anche il fisioterapista ex Virtus Bologna Giacomo Naldi. Qui trascorrerà almeno cinque giorni, lavorando senza racchetta tra palestra e piscina. L'avvicinamento a Parigi sarà graduale, ma i tempi sono ristretti: il torneo vero e proprio comincia il 20 maggio, i big cominceranno a scendere in campo dal 26. Ci sono quindi circa due settimane nelle quali concentrare il lavoro.
Appuntamento a Wimbledon?
E se non dovesse farcela? A quel punto l'appuntamento sarebbe rinviato all'erba: l'obiettivo è essere al top della forma a Wimbledon, che a Jannik piace parecchio. L'anno scorso si fermò in semifinale, battuto proprio da Djokovic. Quest'anno, se le condizioni fossero ottimali, Nole e Jannik potrebbero incrociarsi solo in finale perché si presenterebbero da 1 e 2 del mondo. O viceversa, ma ora come ora, nella testa di Sinner, il ranking è solo un numero.