Virus cinese, che cos'è e come si trasmette la misteriosa malattia polmonare che spaventa il mondo

Martedì 21 Gennaio 2020
Virus cinese, che cos'è e come si trasmette il misterioso virus polmonare che sta spaventando il mondo

Il virus cinese che sta spaventando il mondo «è un coronavirus, parente di quello della Sars. Dovrebbe avere l'80-90% del patrimonio genetico identico». Lo dice in due interviste a Repubblica e Stampa Giovanni Rezza, responsabile delle malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, con un ammonimento: «Dobbiamo evitare che arrivi da noi». I coronavirus, «famiglia di agenti patogeni che si trovano comunemente nel mondo animale», passano all'uomo solo con «un contatto diretto, non a caso ad ammalarsi sono stati i frequentatori di un mercato di esemplari vivi - spiega Rezza - Tra uomini, virus del genere passano attraverso la saliva che finisce nelle mucose di un'altra persona. Insomma ci vuole un contatto molto stretto».

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Come proteggersi. Per proteggersi e prevenire l'infezione «sono da evitare locali sovraffollati e lavarsi spesso le mani. Potrebbe essere considerato anche l'uso di mascherina. Ovviamente mi riferisco a chi va in quelle zone, perché da noi al momento non c'è alcun problema, niente da temere». Non è ancora chiara «l'aggressività clinica: sembra essere un coronavirus poco letale, ma occorre cautela, la gravità si capirà di giorno in giorno».

I sintomi. Il virus provoca «polmoniti, quindi i malati hanno febbre elevata, tosse, malessere generale e difficoltà respiratorie» e non c'è un farmaco specifico: «il trattamento è sintomatico.

Le persone fragili, che se contagiate possono andare incontro a situazioni critiche, hanno bisogno della terapia intensiva». Contro infezioni come queste si possono produrre vaccini, «ma ci vuole molto tempo per trovarli e poi produrli su larga scala». Sconsigliare i viaggi nella città cinese dei primi casi «è una norma di buonsenso che va combinata con un rafforzamento dei controlli sulle persone in arrivo da quelle zone».

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Medico del tursimo: più contagioso della Sars. «La situazione è in continuo divenire, ma l'impressione è che il nuovo coronavirus abbia un tasso di mortalità inferiore rispetto agli altri, Sars in primis, ma una maggior contagiosità. E questo è un bene, ma paradossalmente anche un male: la Sars era molto letale, ma era stato più facile contrastarla. Quando invece il tasso di mortalità è minore, l'infezione si diffonde più facilmente, può essere peggio». A commentare con l'Adnkronos Salute l'epidemia di 2019-nCoV partita dalla Cina è Walter Pasini, presidente della Società italiana di medicina del turismo.


La diffusione. «I coronavirus - spiega Pasini - ci hanno abituati alle epidemie. Abbiamo già sperimentato quella di Sars e attualmente è ancora in corso quella di Mers. È verosimile che, con i viaggi internazionali, ci sia la possibilità di una diffusione anche in Europa. Durante l'epidemia di Sars, nel giro di poche ore, il virus arrivò a Toronto. Dai dati Oms appare che questo coronavirus non ha un tasso di mortalità paragonabile a quello della Sars, però sembra abbia maggiori caratteristiche di trasmissione umana. In pratica è meno violento ma più contagioso. In attesa che arrivino ulteriori informazioni, le comuni raccomandazioni sono le solite: se ci si trova in Paesi come la Cina evitare i luoghi affollati come i mercati, lavarsi spesso le mani. Usare le mascherine non è utile. Penso sia giusto alzare il livello di sorveglianza, ma ancora è presto per dire che si tratta di una pandemia, per il momento siamo di fronte a un'epidemia localizzata», conclude.


 

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