Quando il Covid-19 entra in casa, se ad ammalarsi è un adolescente le probabilità di contagiare gli altri membri della famiglia sono più alte. Minori se invece a contrarre il virus è un anziano. Inoltre la possibilità di contagio è molto più alta (circa il 47% in più) tra coetanei - fratelli o partner -. Lo rivela uno studio di condotto negli Stati Uniti da diverse istituzioni americane, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention, pubblicato sulla rivista Pediatrics. La ricerca ha analizzato 226 nuclei familiari seguiti dall'inizio della pandemia fino ad aprile 2021.
Covid, il 58% ha contagiato un familiare
Dopo l'infezione da SarsCov2 in uno dei membri della famiglia, i ricercatori hanno osservato 198 contagi tra i 404 familiari esposti.
Il rischio più basso di contagio in famiglia si ha quando ad ammalarsi è un adolescente: in tal caso le probabilità sono del 26%; quando il primo a prendere il virus è invece un ultra-65enne le probabilità che qualcun altro venga infettato salgono al 76%; Nelle altre fasce di età si oscilla intorno al 50%.
Gli over 65 si contagiano meno in famiglia, bambini più esposti
Al contrario, quando un membro della famiglia si infetta, la classe di età che ha minori probabilità di contrarre a sua volta il virus è quella degli ultra-65enni: non è chiaro se ciò sia dovuto al fatto che al momento dello studio gli over 65 rappresentavano la classe di età in cui erano più alti i tassi di vaccinazione o a comportamenti di maggiore prudenza. I bambini tra i 5 e gli 11 anni sono invece quelli che rischiano di più.