Caos inumazioni e tumulazioni al cimitero Flaminio. Addirittura parenti e operatori delle agenzie funebri hanno dovuto fare da sé, ossia calare con le corde le bare nelle fosse, oppure caricarsi in spalla il feretro e riporlo nei loculi aspettando l'arrivo degli operai comunali per richiuderli. Non solo. In questi giorni al camposanto di Prima Porta continuano a fare capolino i carabinieri chiamati da partenti esasperati per le attese di ore o dai dipendenti stessi vittime di aggressioni.
Ma che cosa sta succedendo nel cimitero più grande di Roma? Mancano gli operai. Dai 40 che erano un tempo si sono ridotti a una quindicina scarsa, al lordo di malattie, ferie e permessi per la 104. L'ultima sforbiciata è stata conseguenza di un'inchiesta dell'Arma per presunti illeciti nelle operazioni cimiteriali che ha visto coinvolti 15 dipendenti, nel frattempo sospesi. «Nemmeno gli interinali sono stati riconfermati - spiega Alessandro Bonfigli della Uil - Persino richiedere un'urna è diventata una operazione che richiede tantissimo tempo: bisogna intervenire con un pubblico ufficiale per rimuoverla dal deposito sotto sequestro giudiziario. Tutto ciò rende i cittadini ancora più aggressivi di quanto già lo siano».
Anche il 7 aprile arrivano i carabinieri. Li chiama Luciana F., stanca di attendere con la nipote dalle 9 del mattino la tumulazione di una loro parente per cui era stato fissato un appuntamento alle 10,30. «All'ora di pranzo - racconta - ancora non si sapeva nulla. Nel frattempo nel piazzale si era formata una enorme coda di carri e c'era tanta gente, anche anziana, che aspettava al freddo. Ci dicevano che gli operai erano a un corso di formazione. Siamo stati trattati malissimo dal personale, dopo il dolore bisogna sopportare anche questo. Una vergogna». Il 7 aprile, effettivamente, la squadra operai era stata chiamata a un corso di aggiornamento per l'utilizzo del merlo, ossia dell'elevatore per i loculi. Il giorno dopo, giovedì, altri operai (dei pochi disponibili) sono stati chiamati, invece, alla visita aziendale. Ieri un gruppo di donne era seduto su una panchina: «Hanno sbagliato il nome di nostro cognato, dobbiamo aspettare che rifacciano tutta la pratica». Oggi è prevista una riunione sindacale. E altre sono in programma la prossima settimana, a partire da martedì. I disagi per i familiari dei defunti sembrano lungi dal terminare. «Siamo arrivati al punto - continua Bonfiglio - che ad alcuni di loro è stata fatta firmare una liberatoria per provvedere da soli a inumare e tumulare. Un foglio che solleva Ama da eventuali responsabilità». Ma che, a norma di legge, varrebbe davvero poco.