«Sforzarsi», «insistere» e «tenere alta l’attenzione».
Il clima
Non a caso, al di là della forza dell’input meloniano e di una certa amarezza che è «la seconda parte» di quella già registrata durante la conferenza stampa di fine anno, il clima a palazzo Chigi viene descritto come «sereno». Qualche nube si è addensata sul cdm solo quando, a riunione appena iniziata nel tardo pomeriggio, è arrivata la notizia dell’affondo della Cei contro l’accordo Italia-Albania. Per monsignor Gian Carlo Perego infatti - presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes - l’intesa appena ratificata dal Senato finirà con il mandare «in fumo» quei «673 milioni di euro in dieci anni» stanziati, a causa dell’«incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese». Un duro colpo che se da un lato provoca l’immediata risposta del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che non ritiene le risorse «soldi buttati in mare» ma fondi «ben spesi per affrontare la questione migratoria con un Paese che è candidato a far parte dell’Unione Europea»; dall’altro genera un po’ di sconcerto tra i presenti per il tempismo. Non solo perché l’uscita è stata preceduta dal rinnovato protagonismo della Chiesa sul conflitto israeliano, quanto perché appena due giorni fa si è tenuto un bilaterale «proficuo» con la Santa Sede a margine dell’anniversario dei Patti Lateranensi.
Il modello
Tornando all’informativa, per capire a fondo le parole della premier, bisogna tenere a mente che della riuscita del Piano Mattei e della ridefinizione dei rapporti con l’Africa Meloni ne fa una questione di credibilità personale, convinta che questa possa essere la vera eredità da lasciare al Paese. Da qui lo sprone a «tutto il governo», poiché «quello che immagino operativamente, e mediaticamente, è un modello “Caivano” da proporre per il nord del continente africano, in modo particolare per la Tunisia e la Libia, ben consapevoli delle differenze sussistenti tra Tripolitania e Cirenaica». L’obiettivo è «far sentire ad entrambe le Nazioni la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà», a partire dal portare avanti quei tanti «tavoli ministeriali» prospettati nei settori della sanità, dell’educazione, dell’agricoltura, della giustizia, dello sviluppo economico o energetico.
La parola chiave è «insistere». Il riferimento alla cittadina campana non è infatti casuale, ma rimanda alle tante presenze del governo nel Parco verde, e alle tante iniziative intraprese da ogni singolo ministero. Come per Caivano, Meloni chiede di concordare le presenze sul territorio, «in modo che siano cadenzate e diano il senso della continuità». L’impulso, alla fine, è chiaro: «Andiamo tutti in Libia e Tunisia, sviluppiamo progetti e controlliamone l’esecuzione». In altri termini, si faccia in modo che tra quelli tutelati nel Continente vi sia anche «il diritto a non emigrare».