Nel 2001, Fabrizio Corona fonda a Milano la Corona's, agenzia fotografica che macina scoop da rotocalco, e lui conquista il soprannome di Re dei paparazzi, benché per sua ammissione non abbia mai scattato una foto. «La mia regola è che ogni particolare, persino un difetto, può essere trasformato in denaro», la sua filosofia.
Promessa mantenuta, ogni giorno sul sito Dillingernews centellina nomi di giocatori. È stato sentito dalla Procura di Torino come persona informata sui fatti ed è stato convocato a palazzo di giustizia, la risposta è stata: «Se volete ascoltarmi, venite voi da me». E così gli inquirenti due giorni fa si sono presentati a Milano. «Per anni Corona è stato l'uomo che i magistrati volevano condannare, ora lo cercano per avere informazioni da lui. La vita è una ruota che gira», fa notare il suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa. Nel suo ultimo post, a corredo di una foto a torso nudo, Corona vantandosi delle rivelazioni annuncia: «A breve corsi di giornalismo». Ma i pm, più che di una sua abilità professionale, temono si tratti di rivelazioni di una talpa con modalità precise. Lui intanto prova a monetizzare il vantaggio e a un giornalista avrebbe chiesto 300 mila euro per una lista di altri 50 nomi nella Serie A. A novembre il Tribunale di Milano si occuperà di nuovo di Corona, per decidere se applicare ancora la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con prescrizioni da rispettare.