Travolse il ciclista, pena dimezzata

Sabato 24 Ottobre 2020
Travolse il ciclista, pena dimezzata
CITTADELLA
«Siamo sconcertati, profondamente amareggiati ed anche arrabbiati. Confidiamo nel ricorso in Cassazione della Procura generale ed attendiamo di leggere, tra 60 giorni, le motivazioni di una sentenza che secondo noi non dà la giusta considerazione al valore della vita e giustizia al nostro amatissimo Roberto». Non volevano quasi credere a quanto hanno udito ieri nell'aula della Corte d'Appello di Venezia, sorelle e nipoti di Roberto Brotto, 50 anni, di Cittadella, funzionario amministrativo dell'Azienda 6 Euganea di Padova, che il 22 maggio del 2017 mentre era sull'Altopiano di Asiago a fare un giro con la sua amata bici da corsa, era stato investito da un'auto. Sbalzato in un dirupo, il corpo senza vita era stato trovato a distanza di un giorno e mezzo dall'incidente. Ieri il secondo grado di giudizio ha ridotto la pena della metà all'automobilista, rispetto a quanto aveva stabilito il Tribunale di Vicenza con patteggiamento: da 3 anni e 4 mesi di reclusione, ad un anno e 9 mesi. L'incidente, le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Bassano del Grappa, era avvenuto a metà della mattinata, in Val Ceccona, tra i comuni di Lusiana e Conco, sull'Altopiano.
INDAGINI
Serrate le analisi dei militari che avevano incluso anche le immagini di vari sistemi di videosorveglianza. La bicicletta era stata tamponata. In breve, 48 ore, il cerchio si era stretto attorno a Luigi Pozza, 66 anni, allevatore di Santa Caterina di Lusiana (Vicenza). Proprio mentre una pattuglia dei militari stava andando a prenderlo in casa, lui aveva deciso di andare a costituirsi. Metodico e preciso Roberto Brotto, validissimo professionista, conosciuto a Cittadella non solo per il suo lavoro, ma per il grande impegno profuso per anni all'interno del gruppo scout Agesci Cittadella 2, prima come esploratore poi come capo educatore. Era chiamato gigante buono perchè aveva un fisico possente ed un animo altruista, sempre pronto a dare una mano ed a fare fatica. Poche e misurate le sue parole. Laureato in economia e commercio, aveva vinto un concorso nell'azienda sanitaria nel settore amministrativo. Prediligeva la bici che usava quotidianamente non solo come passatempo. Come nel giorno del giro in montagna come aveva fatto molte volte. Non era sposato Roberto Brotto, viveva con le sorelle Lina e Maria e ne aveva altre due: Ornella e la suora di clausura Santa. Non vedendolo rientrare per pranzo, non riuscendo a contattarlo, avevano cominciato a preoccuparsi. A vuoto le telefonate a vari ospedali, poi la denuncia della scomparsa ai carabinieri. Trovato il fratello ormai senza vita, avevano fatto anche un appello affinchè l'investitore si costituisse. L'imputazione per Pozza è stata di omicidio stradale aggravato. Il giudice Barbara Maria Trenti aveva accolto la richiesta di pena del Pm Hans Roderich Blattner, ieri è stata ridotta a metà. «A questo punto - conclude uno dei due nipoti di Roberto Brotto che è avvocato - immagino che sia stato riconosciuto il fatto che l'investitore non si sia accorto di aver colpito una persona in bicicletta. Ma leggeremo le motivazioni. Non vogliamo vendetta, ma giustizia. Il colpevole, per effetto della condizionale, è libero senza nessuna misura come ad esempio l'affidamento ai servizi sociali».
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci