Dall'Ilva alla concessione di Atlantia, i dossier da scongelare dopo il voto

Lunedì 27 Gennaio 2020 di Roberta Amoruso
Dall'Ilva alla concessione di Atlantia, i dossier da scongelare dopo il voto
Ufficialmente i lavori sui dossier caldi del governo non si sono mai fermati. Le manovre di avanzamento per strappare un accordo con ArcelorMittal sul futuro dell'Ilva, per sciogliere le riserve sulla revoca della concessione autostradale ad Atlantia-Aspi, ma anche per trovare un acquirente per Alitalia sembravano avere vita autonoma rispetto all'attesa per il verdetto delle elezioni in Emilia e Calabria. O almeno così hanno fatto sempre credere nel governo. Eppure a sentire chi è in prima linea nei negoziati, il clima nelle ultime settimane, è stato ben diverso. Il destino dell'Ilva, ma soprattutto il futuro della concessione nelle mani di Atlantia, sono stati di fatto congelati. Impossibile non tener conto di un appuntamento elettorale che minacciava di mettere le basi per un cambio di governo comunque prima del 2023. Se però, l'esito dei primi exit poll favorevole a Bonaccini, e quindi al governo, dovesse confermare un rafforzamento dell'esecutivo sarà più facile accelerare i tempi. Sul fronte della politica economica il taglio delle tasse sul lavoro è blindato in un decreto legge atteso a ore in Gazzetta ufficiale, mentre un'eventuale ondata di instabilità avrebbe potuto influenzare la successiva riforma generale dell'Irpef.

LE TAPPE
Il dossier più urgente rimane quello Atlantia-Aspi. Il passo indietro di Luigi Di Maio alla guida dei Cinquestelle ha fatto sperare al mercato in un evoluzione positiva nel possibile negoziato con il governo per scongiurare la revoca della concessione da sempre sostenuta con forza da Di Maio. E del resto non si può escludere una via più facile per il negoziato. Ma resta comunque difficile immaginare un'inversione improvvisa di marcia. Perché nonostante l'ultimo invito al governo dell'ad di Atlantia, Carlo Bertazzo, per avviare un dialogo che possa portare a salvare la concessione a fronte di garanzie precise, l'esecutivo potrebbe insistere senza esitazione sulla rotta dello stop alla convenzione. Non importa se questa mossa rischia di inciampare nei paletti della Commissione Ue contro la modifica unilaterale dei contratti di concessione autostradale introdotta dal governo italiano con il Milleproroghe, o se rischia di mandare a gambe all'aria una società con i suoi 7.000 dipendenti.

Del resto, anche la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd), da sempre più cauta sulla concessione ha escluso che l'uscita di Di Maio possa influire sulle decisioni del governo. «Non ci sono novità e non ci saranno novità», ha puntualizzato la settimana scorsa. E anche l'esito in Emilia e Calabria non è destinato a questo punto ad avere alcun peso, se non quello di riavviare il dossier verso la chiusura di un procedimento «non ancora concluso» per il premier Giuseppe Conte, sempre pronto a sottolineare le «gravi inadempeinze emerse» di Aspi. Dunque, qualunque decisione prenderà il governo su questo fronte non dovrebbe essere influenzata in alcun modo dal voto appena chiuso.

Un clima simile si respira in casa Ilva. Anche in questo caso, un rafforzamento del governo non farà che scongelare la trattativa messa un po' in stand-by con ArcelorMittal, tra garanzie sull'occupazione e gestione del debito. Scongiurato il rischio di un governo azzoppato in caso di vittoria della Lega e di Borgonzoni, potrebbe essere rispettata la scadenza fissata dalla procura di Milano per il 31 gennaio (al massimo il 7 febbraio) per la chiusura di un pre-accordo tra il governo e ArcelorMittal che eviti la pronuncia sull'atto di citazione depositato dall'azienda per il recesso del contratto di affitto, preliminare all'acquisto del gruppo siderurgicÈo.
Per Alitalia, invece, non cambia il clima di incertezza. La data da segnare in rosso sul calendario per il governo rimane quella del 31 maggio, termine entro il quale il governo spera di individuare un compratore. Tempi confermati anche per la conversione del decreto di salvataggio della Popolare di Bari entro il 14 febbraio.
Ultimo aggiornamento: 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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