Dall'ultima edizione di Vinitaly organizzata da Veronafiere a Bruxelles arriva la nuova sfida in cantina: produrre vino senza alcol

Giovedì 21 Marzo 2024 di Alda Vanzan
Dall'ultima edizione di Vinitaly organizzata da Veronafiere a Bruxelles arriva la nuova sfida in cantina: produrre vino senza alcol

BRUXELLES - E se il futuro del vino fosse il vino senza alcol? Bianco, rosso, con le bolle, ma senza più gradazione? Più che una provocazione, quella lanciata ieri da Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Enterprises Vins (Ceev), l’associazione che rappresenta in ambito comunitario l’industria del vino europeo, ha il sapore della sfida. Considerato tra l’altro il contesto, visto che Sanchez è intervenuto alla presentazione della 56ma edizione del Vinitaly, organizzata da Veronafiere a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo. Una sede scelta non casualmente: «Questi sono i luoghi in cui si decidono i destini del settore», ha detto infatti il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. Che non ha risparmiato critiche su alcuni provvedimenti, per ora accantonati, come quelli delle etichette sulla nocività del vino, al pari delle sigarette: «Etichette che non danno informazioni ai consumatori, ma li spaventano». Con il rischio, reale, di danneggiare l’intero settore: in Italia il valore del vino ammonta a 14 miliardi di euro, l’export ne vale 7,8, gli addetti sono 800mila per mezzo milione di imprese.

Complessivamente, il vino europeo vale 130 miliardi di euro, con un contributo fiscale di 52 miliardi di euro l'anno e 3 milioni di addetti.

I SEGNALI

Se Vinitaly compie 56 anni ed è una fiera dai grandi numeri per un settore che ha conosciuto una fortissima espansione, ecco che per la prima volta si registrano segnali che dovranno essere valutati con attenzione. Primo, il calo dell’export di vino italiano: -1% nei volumi (21,4 milioni di ettolitri) e -0,8% nei valori, a poco meno di 7,8 miliardi di euro. Poi il calo della produzione vitivinicola: come accertato dal ministero dell’Agricoltura, la vendemmia 2023 è stata la più “leggera” dal Dopoguerra con 38,3 milioni di ettolitri (-23,2% sui volumi 2022). Ma soprattutto a colpire è il cambio di “sentiment” nei confronti dei calici: ieri motivo di socialità, oggi guardati con sospetto se non messi all’indice dai salutisti. Non è un caso che in occasione della prima giornata nazionale del Made in Italy, in programma il 15 aprile, la fiera veronese presenti “Se tu togli il vino all’Italia, un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto”, una ricerca sull’impatto che il Belpaese subirebbe in termini socio-economici, turistici e identitari da un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia. Qualche anno fa sarebbe mai stato commissionato uno studio simile? E sarebbe mai stato consigliato ai viticoltori italiani di cominciare a pensare alle bollicine analcoliche?

LA SFIDA

«Come sarebbe l’Italia, ma anche l’Europa, senza vino? Molto più triste», ha detto Sanchez, dicendo che «è in atto una demonizzazione del settore». Subire? Meglio attaccare, ha suggerito il segretario generale del Ceev, che proprio alla presentazione di Vinitaly ha invitato i produttori a cimentarsi nel “vino senza alcol”: «Meglio che lo faccia una multinazionale della soda o un produttore al 100% di vino?». Alcuni Paesi - come la Germania - già si sono cimentati in questa impresa, di sicuro i viticoltori italiani dovranno tenere conto delle nuove tendenze. «Il vino rosso sta calando nei mercati - ha detto John Barker, direttore dell’Oiv, Organizzazione internazionale del vino e della vigna -, sono in atto cambiamenti nelle tendenze dei consumatori».
«In questo periodo non facile - ha ammesso Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere - dare le giuste risposte è per noi un imperativo nei confronti di chi investe in fiera. La prima parola chiave è senz’altro “business”, la seconda è “consapevolezza” di un capitale strategico, oltreché identitario, per l’economia italiana ed europea». L’export, tra l’altro, rimane prioritario: a ottobre, a Chicago, si terrà il primo Vinitaly U.S.

L’ESPOSIZIONE

Quanto all’edizione numero 56 della fiera veronese, in calendario dal 14 al 17 aprile, parteciperanno 4mila cantine per oltre 30 nazioni con 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer sulla piattaforma Vinitaly Plus a cui si sono aggiunti quelli fissati direttamente tra aziende e operatori. E c’è già un record: saranno 1.200 i top buyer, numero in crescita del 20% sull’edizione 2023 e del 70% rispetto a due anni fa. «Abbiamo da poco terminato una sorta di giro del mondo durato oltre un semestre per 44mila chilometri percorsi - ha detto Bricolo - proprio con l’obiettivo di effettuare una selezione ponderata dei principali operatori da invitare a Vinitaly». In contemporanea ci saranno anche la 28ma edizione di Sol (l’esposizione dedicata all’olio), il 25° Enolitech (Salone internazionale delle tecnologie per la produzione) e la più giovane Xcellent Beers, dedicata alle birre artigianali. Con le tre rassegne, il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300.

Ultimo aggiornamento: 07:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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