«B&b solo per 120 giorni l'anno». I dubbi delle categorie. E a Venezia i posti letto del settore extralberghiero sono circa 48mila

Sabato 29 Aprile 2023
Turisti a Venezia

VENEZIA - A Roma, al tavolo del Ministero del Turismo, sono iniziati i lavori per regolamentare gli affitti brevi. «L'obiettivo - recita una nota del Mit - è di giungere al più presto alla formulazione di una proposta di legge che disciplini gli aspetti normativi delle locazioni brevi, in uno spirito non di criminalizzazione ma di regolamentazione del fenomeno». Legge che sia nazionale ma che - viste le prime fughe di notizie - a Venezia scontenta. Le ipotesi trapelate nei giorni scorsi rappresenterebbero una vera rivoluzione per la città d'acqua: a Venezia sono circa 48mila i posti letto del settore "extralberghiero" (ben più della metà del totale dei posti disponibili) messi a disposizione in modo imprenditoriale e in buona parte da famiglie residenti che hanno scelto di affittare uno o più alloggi ai turisti.


LA PROPOSTA
L'idea della ministra Daniela Santanché è quella di ricalcare a grandi linee il cosiddetto "emendamento Pellicani", stilato dall'ex deputato del Pd, il veneziano Nicola Pellicani, e inserito nel decreto Aiuti-bis del governo Draghi e che prevedeva un limite di 120 giorni per gli affitti brevi ai turisti, anche non consecutivi. In più l'obbligo del cambio di destinazione d'uso degli alloggi.


LE CATEGORIE
Secondo Maurizio Papa, vice presidente nazionale di Federalberghi extra e componente di giunta dell'Associazione Veneziana Albergatori, se così fosse questo oltre a non agevolare la residenzialità, rappresenterebbero un grave problema per chi a Venezia ha investito e opera nella legalità. «Il ministro sembra avere le idee chiare - commenta Papa - ed è fondamentale quindi che comprenda che le locazioni brevi sono spesso frutto di sacrifici da parte dei proprietari delle strutture e di chi le gestisce e che, a Venezia, grazie all'extralberghiero tanti palazzi sono stati risanati e ristrutturati.

Non possiamo criminalizzare un'intera categoria». E anche sui numeri, l'idea è chiara: «L'obbligo a esercitare per un massimo di 120 giorni, da suddividere nell'arco annuale, non solo non va a risolvere il problema della residenzialità ma rischia di incrementare l'abusivismo - continua Papa - Chi vuole affittare ai turisti continuerà a farlo, esercitando regolarmente per un terzo dell'anno e in modo abusivo per gli altri giorni. Vanno certamente introdotte nuove norme igienico-sanitarie, verificando che le strutture garantiscano determinati standard, e poi è necessario mettere delle condizioni nella definizione di "attività imprenditoriale"».


Intanto per il ponte del Primo maggio si va verso il quasi tutto esaurito: le prenotazioni sono oltre il 90%, le presenze riguarda circa il 75% di stranieri. Buona la presenza di americani, circa il 14%, poi inglesi, francesi, spagnoli e anche sudamericani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci