Tempi incerti e spesso eterni. Prestazioni specialistiche addirittura saltate. Cgil, Cisl e Uil pensionati accendono un faro sulle liste d'attesa in sanità, nel Veneto, denunciando la difficoltà di tanti cittadini a fare visite ed esami, dopo aver raccolto gli esiti di 3mila questionari tra gli iscritti da cui risulta che «per il 70% prenotare è un'impresa quasi impossibile».
In numeri assoluti, dalla ricerca curata da Chiara Gargiulo, risulta che 2.107 persone non sono riuscite a prenotare subito contattando i Cup delle Ulss: di questi, 1.586 avevano avuto garanzia di essere richiamati ma poi solo il 43% lo è stato effettivamente, mentre oltre la metà non ha più ricevuto alcuna comunicazione.
RINUNCIA A CURARSI
«Il dato più preoccupante spiegano i sindacati è che 1.246 persone, circa il 60% di quanti non sono riusciti a prenotare, sono rimaste "ferme": significa che o sono in attesa di essere richiamate o hanno rinunciato alla prestazione. Non abbiamo modo di sapere con certezza chi rinuncia a curarsi, ma certamente c'è». «Le liste d'attesa in questa regione sono un nodo critico dice Elena di Gregorio dello Spi Cgil . Gli anziani e le persone a basso reddito sono tra i più danneggiati. C'è un problema di carenza di cure. Tuttavia solo il 18% dei cittadini si è lamentato: non sanno cosa fare o c'è sfiducia che diventa rinuncia. Giova ricordare che, in mancanza di prenotazione, la legge prevede che il cittadino possa chiedere la prestazione intramuraria pagando solo il ticket. È un percorso che va attivato: quando è stato fatto, magicamente la data è divenuta subito disponibile». Per Tina Cupani della Fnp Cisl, «i tempi molto lunghi incidono sulla salute. La filiera del sistema sanitario è a rischio nelle sue fasi di prevenzione, erogazione dei servizi, continuità assistenziale. Tanti anziani non curati vogliono dire maggiori accessi alle case di riposo, che spesso sono private. È necessario prevedere degli appuntamenti riservati per gli over 70 dando prestazioni vicine alla loro residenza. La lontananza ostacola le cure». Secondo Debora Rocco della Uilp Veneto, «resta da capire a che punto sia il piano di recupero delle prestazioni post pandemia, dopo che sono aumentate del 14% rispetto al 2019». Proprio lunedì scorso Cgil, Cisl e Uil pensionati sono stati ricevuti in Regione dall'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin: «Per la prima volta ha ammesso che il problema delle liste d'attesa c'è ed è complesso».