Ressa ai mercati cittadini: scatta la linea dura, chiusi i primi banchi

Giovedì 29 Ottobre 2020 di Davide Tamiello Lorenzo Mayer
Mercato di Mestre

MESTRE - Le mascherine ormai le indossano tutti (o quasi), far rispettare le distanze però è un altro paio di maniche. Ridimensionata la questione aperitivi, che con il coprifuoco alle 18 ha praticamente azzerato il rischio movida, resta il tema dei mercati: sono le persone ammassate ai vari banchi, ora, a preoccupare le autorità. Ieri, a Mestre e al Lido, gli effetti si sono visti: una autentica muraglia umana che, in tempo di seconda ondata covid, non costituisce esattamente la condizione ottimale di comportamento per evitare nuove impennate nei contagi. E c'è chi ne ha fatto le spese: tre banchi del mercato di Mestre sono stati sanzionati e chiusi dalla polizia locale. 
POLEMICA SOCIAL

Sembra di essere tornati a marzo, quando nelle pagine Facebook cittadine fioccavano le segnalazioni di runner abusivi o di presunte festine casalinghe. Conseguenza naturale, forse, della rabbia e del clima di frustrazione di chi si è trovato a dover nuovamente abbassare le saracinesche, dopo il lungo periodo di buio del lockdown. Oggi, quindi, è scattata la caccia all'assembramento e, com'era prevedibile, i mercati sono finiti nel mirino. Foto e polemiche in un clima d'ira generale, per sottolineare un concetto ben preciso: «Chiudete i locali e poi permettete un caos simile». D'altronde che la gestione degli spazi nei mercati fosse particolarmente delicata si era già visto a marzo. Adesso, probabilmente, in questa fase di semilibertà rispetto al blocco totale primaverile, è ancora più complicato. Ieri la polizia locale più volte ha chiesto agli ambulanti di Parco Ponci di far rispettare le regole ai loro clienti. C'è chi ce l'ha fatta e chi no: tre banchi di abbigliamento, quindi, sono stati chiusi. Volgarmente, in dialetto, li chiamano i banchi del ruma ruma: quelli, cioè, in cui i clienti toccano direttamente la merce esposta alla ricerca del capo più adatto e conveniente. Una modalità vietata, in questo momento, proprio per l'eccessiva vicinanza che comporta. 
Gli agenti del Nucleo commercio terraferma, dopo una serie di osservazioni e una diffida, sono dovuti intervenire. Anche perché, come rilevato dai vigili, non c'era la segnaletica per indicare il percorso obbligato attorno ai banchi, nè un cartello che definisse il numero massimo di clienti che potevano avvicinarsi al banco di volta in volta. Inoltre non veniva mai imposto l'obbligo ai clienti di disinfettarsi le mani prima di toccare la merce esposta. Morale: ai commercianti è arrivato un avviso di chiusura imposta per cinque giorni e una multa, che andrà dai 400 ai mille euro. 
AL LIDO

Stessa questione anche martedì al Lido. Decine di persone che si sono accalcate in fila davanti ai banchetti, sul lungo laguna di Città Giardino, a caccia di affari, con gli esercenti, che si sono dovuti adeguare alla nuova stretta del Dpcm, in disparte ad accumulare rancore. E anche in questo caso le foto, sui social, hanno fatto molto rumore e scatenato le proteste dei commercianti. In molti hanno lamentato il fatto che, nella stessa situazione, sarebbero stati utilizzati i proverbiali «due pesi e due misure». In pratica la stessa situazione che si era registrata a marzo, nella prima settimana di lockdown, si è ripetuta anche stavolta. E come a primavera, dopo il primo episodio e la raffica di segnalazioni, si è corsi ai ripari, si farà in questa occasione. Il tempo della comprensione, adesso, è terminato: le forze dell'ordine hanno già fatto capire che chi sgarrerà pagherà le conseguenze. 
Occhi puntati, a questo punto, sui prossimi appuntamenti in provincia: oggi, i più grossi sono quelli di Chioggia, Mira, Noale e Portogruaro. Domani, al Lido, nuova prova al mercato della Coldiretti. 
Davide Tamiello
Lorenzo Mayer
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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