MESTRE - Scende in campo il Governo per promuovere studi scientifici mirati ad adottare un piano d'azione per contenere l'impatto rovinoso del granchio blu lungo le coste, che rischia di causare danni incalcolabili al settore ittico. È quanto previsto da un ordine del giorno approvato dalla Camera nel corso della maxi-seduta per l'approvazione della Finanziaria che ha avuto come prima firmataria la deputata veneziana della Lega Giorgia Andreuzza. «Era necessario - spiega quest'ultima - un intervento urgente a favore di un comparto già messo in ginocchio da una specie considerata tra le cento più invasive del Mediteranno.
IL PROBLEMA
Per dare un'idea del problema, basta considerare che le imprese ittiche che pagano le conseguenze della proliferazione del granchio blu lungo le coste dell'Alto Adriatico sono 3.500. La specie, originaria del Nord America, ha trovato nei nostri mari un habitat ideale, e in mancanza di avversari naturali ha fatto razzia delle colonie di molluschi, mettendo in ginocchio la filiera della pesca. Nel corso dell'anno, dopo l'inizio della raccolta e delle commercializzazione su larga scala del granchio blu, lungo le nostre coste sono state pescate 341,5 tonnellate del crostaceo, un'offerta così abbondante che ha finito per abbatterne il prezzo, che attualmente è inferiore a un euro al chilo. Solo nelle ultime settimane, con l'inizio del "letargo", l'impatto del granchio blu sulla pesca si è limitato, pronto a ripresentarsi la prossima primavera con la schiusa delle uova (una femmina può depositarne da 700mila a otto milioni).
A sollevare il problema della presenza infestante del granchio di provenienza americana era stata, nei mesi scorsi, l'europarlamentare della Lega Rosanna Conte, con un'interrogazione presentata all'assemblea di Strasburgo. Ora sarà il Governo a promuovere una strategia per affrontare il problema: «Il granchio blu - prosegue Andreuzza - è una minaccia per gli allevamenti di pesci, molluschi e crostacei che rappresentano un prodotto importante per la pesca e l'acquacoltura. Contenere la diffusione di questa specie predatoria e sostenere l'intero settore ittico è una priorità».