SAN DONÀ DI PIAVE - Provate le omissioni dei medici dell'ospedale, riconosciuto un risarcimento di oltre 1 milione di euro per i familiari di Luigino Surian, cui era stata diagnosticata un'otite, che però si è rivelata essere una meningite.
LA VICENDA
Tutto ha inizio il 6 ottobre del 2010, quando Surian si reca al pronto soccorso di San Donà lamentando dolori a un'orecchio e febbre. Viene visitato da uno specialista in otorinolaringoiatria, che gli diagnostica un'otite emorragica destra e gli prescrive un trattamento antibiotico e antinfiammatorio, dimettendolo. Nei giorni seguenti, però, la situazione peggiora sempre più, la febbre sale a 40 e così i familiari, il 13 ottobre, decidono di chiamare il 118, per l'invio di un'ambulanza. Surian viene condotto all'ospedale di Jesolo, dove gli diagnosticano un grave stato di coma da meningite streptococcica: i successivi accertamenti confermano la positività agli antigeni dello Streptococco Pneumoniae.
In assenza di posti letto a San Donà, l'uomo viene trasferito al nosocomio di Chioggia e qui all'esito di una risonanza magnetica, viene accertata la diffusione di un processo flogistico dagli spazi meningei al cervelletto al tronco e a entrambi gli emisferi cerebrali. Surian rimarrà in coma per tutto il periodo della sua degenza e dell'agonia: spira il 7 novembre 2010 all'ospedale di Jesolo, dov'era stato riportato dal nosocomio di Chioggia il 30 ottobre. I familiari hanno deciso di rivolgersi allo studio 3A-Valore, attraverso il responsabile di San Donà, Riccardo Vizzi, società specializzata nel risarcimento danni. Considerato che, dalla parte dell'Azienda sanitaria, si continuava a respingere ogni addebito, la famiglia Surian ha deciso di citare in causa la stessa Ulss, avanti il Tribunale di Venezia, seconda sezione civile, affidata al giudice Silvia Zeminian, che ha disposto una consulenza tecnica medico-legale affidata al prof. Nico Zaramella. Le conclusioni non lasciano spazio a dubbi. Al termine dell'udienza di martedì scorso, e dopo essersi ritirata in camera di coÈnsiglio, dunque, la dottoressa Zeminian ha pronunciato l'attesa sentenza e, acclarata la responsabilità contrattuale dell'Ulss 4, l'ha condannata a risarcire i familiari di tutti i danni patiti per la perdita del proprio caro, accogliendo in larga parte anche nel quantum, oltre che nella richiesta di condanna, le istanze dei patrocinatori delle parti offese, oltre a tutte le spese di lite: un maxi risarcimento da 1,1 milioni.