Mamma morta per un malore improvviso a 45 anni: lunedì prossimo i funerali di Debora Berto. L'autopsia sul corpo della donna è stata effettuata mercoledì e le risposte arriveranno fra due mesi. La perizia dovrà confermare che si sia trattato di infarto e accertare se il medico del pronto soccorso di San Donà, indagato per omicidio colposo, avrebbe potuto diagnosticarlo prima.
Il funerale
Saranno celebrati lunedì 28 dicembre 2020, alle ore 10.30, nella chiesa parrocchiale di Torre di Mosto, il paese dove risiedeva con la sua famiglia, i funerali di Debora Berto, stroncata prematuramente da un malore mercoledì 16 dicembre, poco dopo le 12.30, mentre si trovava nella sua casa: a nulla sono valsi il massaggio cardiaco praticatogli per 17, lunghi e interminabili minuti dal marito Mirko Sacilotto e le ulteriori manovre rianimatorie tentate successivamente dai sanitari del Suem. Domenica alle ore 19, sempre in chiesa, sarà anche recitato il santo rosario.
Saranno in tantissimi, lunedì mattina, a voler dare l’ultimo saluto a Debora che, gestendo con il marito Mirko un’attività di commercio ambulante di abbigliamento e intimo nei vari mercati rionali della zona, era conosciutissima e ben voluta da tutti non solo a Torre di Mostro ma in tutto il Veneto Orientale, e a volersi stringere attorno ai suoi cari, affranti per una perdita prematura, improvvisa e di cui non riescono a capacitarsi: oltre al marito Mirko, i due figli, i genitori Bruno e Gabriella, i fratelli Barbara e Luca e i parenti tutti.
La famiglia ha potuto fissare la data delle esequie dopo aver ricevuto il nulla osta dall’autorità giudiziaria, che ha “liberato” la salma a conclusione dell’autopsia. L’autopsia è stata effettuata presso l’ospedale dell’Angelo, dal dott. Giovanni Cecchetto, dell’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale di Padova, il consulente tecnico d’ufficio nominato dalla dott.ssa Villan: alle operazioni peritali ha partecipato anche il medico legale El Mazloum Rafi, messo a disposizione come consulente di parte per la famiglia della vittima da Studio3A.
L'indagine
Riscontrando l’esposto presentato dal marito e dal padre della vittima, assistiti dallo stesso Studio3A, il pm Laura Villan, ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, disponendo per l’appunto l’esame autoptico e iscrivendo nel registro degli indagati G. B., 34 anni, residente a Venezia, il medico del pronto soccorso di San Donà di Piave che pochi giorni prima della tragedia, l’11 dicembre, aveva visitato Debora Berto, recatasi all’ospedale riferendo di forti algie al braccio e al polso sinistro, di cui soffriva da alcuni giorni, ma anche di altri dolori, in particolare alla mandibola. A consigliarle di andare a farsi vedere al pronto soccorso, peraltro, era stato il fisioterapista con studio a Ceggia a cui la signora Berto si era rivolta nei giorni precedenti, nella convinzione che, a fronte della pluralità di sintomi esposti, il suo non fosse un mero problema di natura ortopedica.
Il medico del pronto soccorso, dopo la visita, l’ha dimessa con la diagnosi di “brachialgia”, con una cura farmacologica di antidolorifici e la prescrizione di esami di tipo ortopedico (una risonanza magnetica relativa al tratto cervicale, già prenotata e che la paziente avrebbe dovuto effettuare il giorno del decesso), senza tuttavia ravvisare la necessità di sottoporla ad alcun approfondimento di natura cardiologica, né l’elettrocardiogramma né gli esami del sangue.