Dramma sul Canal Grande, i gondolieri
accusano: «Una morte annunciata» /Foto

Domenica 18 Agosto 2013 di Tullio Cardona
La ricostruzione dello scontro fra vaporetto e gondola
VENEZIA - La morte di Joachim Vogel, deceduto nella gondola investita da un vaporetto, ha subito scatenato polemiche, com'era prevedibile. Aldo Reato, presidente dei bancali, l'associazione dei gondolieri, furioso: una morte annunciata - ha dichiarato - lo avevo detto e ridetto da mesi: al Comune, alle autorità, ad Actv, alla stampa. Non solo il Bacino permane pericoloso, ma stava diventando rischioso anche lavorare in Canal Grande. Troppi battelli, troppe linee. Una volta i pontili erano due e servivano due linee di trasporto pubblico; ora gli imbarcaderi sono gli stessi ma le linee sono triplicate, con l’aggiunta di Alilaguna e del vaporetto dell’Arte. Il rallentamento del servizio, poi, ad opera del personale Actv, fa sì che i vaporetti si addensino spesso in quel tratto pericoloso, in volta di canale oltre il ponte di Rialto».





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«Perché il Canal Grande sia di tutti e permetta a tutti di lavorare in sicurezza - prosegue Reato - la ricetta è semplice, dettata dal buonsenso: basta che il trasporto pubblico attivi solo le linee essenziali, allontanando dal canale quelle turistiche; che tutti si accodino (battelli, taxi e trasportatori) senza superarsi; che si vada piano. Mi sembrano i tre elementi indispensabili per evitare sciagure come questa».



Oggi intanto i bancali si riuniranno in assemblea, al termine della quale 50 gondole listate a lutto si porteranno in corteo sul luogo della tragedia. «L’Istituzione Gondola - ha dichiarato il presidente dell’ente, Nicola Falconi - desidera esprimere il più profondo rammarico per quanto successo. Da armatore ed esperto di navigazione, debbo anche aggiungere che il Canal Grande si è fatto più stretto, più difficile da percorrere sia per i battelli che per le gondole. Colpa dei pontili privati di enti ed alberghi: una volta erano a riva, ora si son fatti belli e si estendono verso il centro del canale con pontone, passerella e galleggiante. Fosse per me, li farei arretrare di almeno 5 metri». «Bisogna ripensare a tutta la navigazione in Canal Grande - ha detto il consigliere Giovanni Giusto, precipitatosi in riva del Vin - questo specchio d’acqua è diventato solo una grande strada turistica, non più un canale di percorrenza per veneziani e visitatori in gondola».



Infine, dimostrazione solitaria di Andrea Rizzo, sostituto gondoliere che ha ottenuto dal Comune la licenza da titolare, ancora ferma al Tar: da Sant’Angelo a San Marco ha vogato con la sua gondola, addobbata da cartelli con scritto in più lingue «Giro in gondola - pericolo di morte». «Qui tutti rischiano la vita ogni giorno - ha affermato Rizzo - gondolieri e passeggeri».



Sempre ieri un gruppo di 15 "pope" dello stazio di San Tomà hanno sfilato ieri pomeriggio verso le 17 davanti al luogo in cui si è consumata la tragedia a bordo di alcune gondole. Il compagno di traghetto del gondoliere che conduceva il mezzo sul quale si è consumato il dramma ha deposto un mazzo di fiori in memoria del criminologo tedesco rimasto vittima dell’incidente. I "pope" hanno in questo modo voluto dimostrare la loro solidarietà al collega gondoliere, il lutto per la morte del turista e dare anche un segnale di protesta contro il moto ondoso.



(Ha collaborato Raffaele Rosa)



Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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