Decreto flussi, in Veneto assunti meno extracomunitari del previsto. Gli stagionali arrivano soprattutto dall'India e il 90% lavora ancora

Sabato 30 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Decreto flussi, in Veneto assunti meno extracomunitari del previsto

VENEZIA - Questa settimana il Ministero dell'Interno ha comunicato che sono state presentate quasi 690.000 domande di ingresso in Italia per lavoratori extracomunitari: oltre il quadruplo delle 151.000 quote previste dal decreto Flussi 2024, nell'ambito della programmazione triennale 2023-2025 che ne consente in tutto 450.000. Ma qual è l'effettivo impatto di queste misure sul piano occupazionale? A porsi la domanda, e a provare a dare una risposta, è stato Veneto Lavoro: in questa regione lo scorso anno sono entrati (o comunque sono stati regolarizzati, visto che spesso erano già fisicamente presenti sul territorio) 6.364 addetti stranieri, a fronte dei 7.274 autorizzati, quindi 910 in meno di quant'era possibile.

Domanda superiore all'offerta


Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, spiega questo scarto con le complicazioni normative ancora esistenti all'epoca del decreto Flussi 2022, di cui ora vengono analizzati gli esiti: «I meccanismi di maggiore facilità nell'arrivo dei lavoratori non comunitari sono stati attivati nel 2023, quindi di fatto diventano operativi dal 2024.

Di conseguenza può essere che le persone siano andate in altre regioni». Diversamente sarebbe difficile spiegare la sproporzione, a livello nazionale, fra le 252.000 istanze trasmesse «in pochi minuti» e gli 82.705 posti disponibili (poi alzati di altre 40.000 unità): la domanda è ampiamente superiore all'offerta.


Quanti lavoratori stranieri in Veneto?


Ma a prescindere dalle richieste formulate, «quanti e quali sono si è chiesto l'ente strumentale i lavoratori non comunitari che sono riusciti a fare effettivamente il loro ingresso in Italia e ad entrare nel mercato del lavoro veneto?». Risposta: sono stati 3.823 stagionali e 2.541 non stagionali o autonomi, anziché rispettivamente 4.772 e 2.502. Conoscere questi numeri, dice l'assessore regionale Elena Donazzan, è assai importante: «L'obiettivo è quello di potersi avvalere di una base scientifica che consenta alla Regione di provvedere a una stima il più possibile attendibile dei bisogni delle aziende e di avviare con maggiore precisione la programmazione per gli anni futuri».


I 6.364 addetti assunti attraverso il decreto Flussi 2022 sono il 16% dei 40.210 nuovi ingressi di extracomunitari. Gli stagionali provenivano prevalentemente dall'India (2.240), quindi da Marocco, Albania, Bangladesh e Pakistan. Per oltre il 90% erano alla prima esperienza lavorativa in Veneto. Sono stati quasi tutti occupati nel settore agricolo (3.479), il resto nei servizi e nell'industria. Verona è di gran lunga la prima provincia di inserimento (2.723), seguita da Rovigo e Treviso. I non stagionali e gli autonomi erano per il 90% uomini, nel 76% dei casi per la prima volta in Veneto e per il 20% assunti da imprenditori stranieri, in particolare nel settore costruzioni (687), turismo (477), agricoltura (457) ingrosso e logistica (248), metalmeccanico (184). Alla fine del 2023 risultavano ancora occupati l'80% degli stagionali e due terzi degli altri.


La questione banche dati


Osserva l'assessore Elena Donazzan: «Il rafforzamento delle quote massime assegnate negli anni, le semplificazioni nelle procedure per il rilascio dei nulla osta e l'aver velocizzato le possibilità di accesso al mercato del lavoro hanno indubbiamente contribuito a rendere il meccanismo più fluido e rispondente ai fabbisogni, seppure in misura ancora insufficiente. Per rendere le procedure ancora più funzionali sarebbe auspicabile una maggiore integrazione delle banche dati a livello nazionale». Interessante, aggiunge il direttore Barone, è anche il reclutamento extra-quota, «attraverso la cooperazione bilaterale con i Paesi che garantiscono la formazione in patria».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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