Bus, in troppi senza biglietto: arriva la stretta in Veneto. In consiglio regionale la legge per allargare la rete dei controllori

Martedì 23 Gennaio 2024 di Alda Vanzan
Bus, in troppi senza biglietto: arriva la stretta in Veneto. In consiglio regionale la legge per allargare la rete dei controllori

VENEZIA - C’è la curiosità: nessuno potrà mai dire che il relatore (di maggioranza) e il controrelatore (di minoranza) della proposta di legge che oggi andrà in discussione in consiglio regionale del Veneto, siano inesperti. Sono entrambi dipendenti dell’azienda di trasporti veneziana Actv, il primo autista di pullman, il secondo pilota di vaporetti. Quindi sanno benissimo qual è la situazione del trasporto pubblico locale. Ma, soprattutto, c’è la sostanza: nonostante la pandemia da coronavirus sia rientrata, pare che i mezzi pubblici attirino sempre meno l’interesse degli utenti, vuoi perché il Covid un po’ le abitudini le ha cambiate, vuoi perché con lo smart working la gente lavora a casa. Quello che non è mutato, anzi, è addirittura aumentato, è il fenomeno dei “portoghesi”: gente che usa autobus, tram, battelli, ma non paga. Viaggia a sbafo. Di qui la proposta di legge di iniziativa della giunta regionale in discussione oggi, martedì 22 gennaio, a palazzo Ferro Fini: combattere l’evasione tariffaria, ma anche i comportamenti scorretti che possono sfociare in episodi di violenza verbale e fisica.

E siccome le singole aziende, già alle prese con la carenza di autisti, non hanno un organico sufficiente per incrementare il personale da destinare ai controlli, la proposta della giunta è di attingere alle società del gruppo o a guardie giurate.

Dal dibattito emerso in commissione è emersa la necessità di evitare esternalizzazioni eccessive del servizio e soprattutto di salvaguardare la remunerazione, motivo per cui lo stesso assessore ai Trasporti, Elisa De Berti, ha presentato un emendamento che richiama il Codice dei contratti pubblici. Serviva una legge per allargare la platea degli “agenti accertatori”? Sì, dice l’assessore De Berti. Tra l’altro la richiesta arriva proprio dalle aziende del trasporto pubblico locale, visto che la pratica è già operativa in altre regioni. Ma qual è la fotografia dell’evasione?

I DATI

Una premessa: in Veneto le principali aziende che si occupano di trasporto pubblico locale sono Actv e Atvo a Venezia, Busitalia a Padova e Rovigo, Mom a Treviso, Dolomiti Bus a Belluno, Svt a Vicenza, Atv a Verona. Confservizi è invece il sindacato d’impresa. «Fino al 2020 e cioè prima che scoppiasse il Covid - dice Massimo Bettarello, presidente di Atv Verona e di Confsercizi - l’evasione tariffaria si aggirava sul 5%. La pandemia è stata una mazzata per le aziende dei trasporti, in media c’è stata una perdita del 50% dei passeggeri e ancora adesso c’è un calo rispetto al periodo pre-Covid del 20%-25%». In compenso l’evasione tariffaria è cresciuta.
In provincia di Venezia nel 2023 su 2.250.554 passeggeri controllati la media di irregolarità è stata del 3,34%, con punte dell’8,62% a Chioggia. A Verona i primi otto mesi del 2023 hanno visto un’evasione del 6,6%, +14% sul 2022.
«Oggi - dice il presidente di Confservizi - tutte le aziende hanno ripristinato i controlli, ma non abbiamo personale sufficiente e la situazione è destinata ad aggravarsi: la stima è che nei prossimi cinque anni ben la metà degli autisti vada in pensione». Senza contare la concorrenza delle aziende private nel campo della logistica: «Dopo aver perso gli autisti rumeni e bulgari perché in linea di massima non si vaccinavano contro il Covid, hanno cominciato a pescare nel pubblico, offrendo quasi il doppio di stipendio». Messi tutti assieme questi fattori è emersa la necessità di modificare la legge regionale attualmente in vigore, la numero 25 del 1998, così da consentire al personale di società del gruppo, ma anche a “guardie particolari giurate”, di andare a caccia dei portoghesi.
Si vedrà come andrà oggi in aula il dibattito. In commissione il Pd aveva votato contro.

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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