MESTRE - Il braccialetto elettronico per controllare gli indagati messi ai domiciliari arriva anche in Veneto. Il primo arrestato al quale è stato applicato è un infermiere di Mestre, accusato di violenza sessuale su una prostituta. Il gip di Venezia ha disposto per lui il "braccialetto" lo scorso 7 febbraio ed è trascorsa un'intera settimana prima di poter eseguire il provvedimento: la questura di Venezia, infatti, ha dovuto chiedere l’assistenza di un tecnico della Telecom (la società che gestisce il servizio per conto dello Stato) il quale si è recato nell’abitazione dell’uomo per approntare il sistema Gps necessario a controllare il "braccialetto" elettronico (in realtà si tratta di una cavigliera).
Nel frattempo il legale dell’indagato, l’avvocato Francesco Borsetto, aveva presentato ricorso al Tribunale del riesame che, considerato il lungo tempo trascorso per ottenere l’applicazione del braccialetto (durante il quale l’indagato è rimasto in carcere), ha modificato il provvedimento, disponendo per l’infermiere i semplici arresti domiciliari nell’abitazione della sorella. La decisione del riesame è arrivata venerdì, proprio mentre la Questura era finalmente riuscita a far indossare il "braccialetto" all’infermiere e ad attivarlo. E così, dopo appena tre giorni, il sistema elettronico di controllo dovrà essere subito rimosso.
Ultimo aggiornamento: 18:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nel frattempo il legale dell’indagato, l’avvocato Francesco Borsetto, aveva presentato ricorso al Tribunale del riesame che, considerato il lungo tempo trascorso per ottenere l’applicazione del braccialetto (durante il quale l’indagato è rimasto in carcere), ha modificato il provvedimento, disponendo per l’infermiere i semplici arresti domiciliari nell’abitazione della sorella. La decisione del riesame è arrivata venerdì, proprio mentre la Questura era finalmente riuscita a far indossare il "braccialetto" all’infermiere e ad attivarlo. E così, dopo appena tre giorni, il sistema elettronico di controllo dovrà essere subito rimosso.