Perseguita l'ex amante, 5 anni al bagnino polacco

Giovedì 18 Febbraio 2021
Perseguita l'ex amante, 5 anni al bagnino polacco

VENEZIA Un rapporto che finisce. L'uomo che non lo accetta e inizia a perseguitare la donna in un crescendo di tormenti: minacce sempre più pesanti, aggressioni che proseguono per quasi tre anni, coinvolgendo anche il marito di lei. Ora l'ex amante, trasformatosi in stalker, è stato condannato. Il Tribunale di Venezia ha inflitto 5 anni di reclusione a un 49enne di origini polacche in attività al Lido come bagnino (tale Grzegorz Puchalski, ma noto anche con altri quattro alias: Artur Smolenski, Gregor Schimid, Gregor Wolf, Gizegoinz Jan Puchalski) per stalking, estorsione e rapina.

Dovrà anche risarcire la coppia che si è costituita parte civile: 10mila euro alla moglie, 6mila al marito. I giudici, infine, hanno stabilito che, una volta scontata la pena, dovrà allontanarsi dall'Italia.


LA PERSECUZIONE

I fatti al centro del processo risalgono al 2016-2019. Il capo d'imputazione ricostruisce le varie tappe di una persecuzione iniziata dall'uomo dopo la decisione della donna di interrompere la loro relazione sentimentale. Telefonate, messaggi, minacce di rendere pubblico il loro rapporto, ma anche di sfregiarla con l'acido o bruciarle l'automobile. E ancora un episodio in cui la donna viene trattenuta per tre ore nella tenda di lui. Un altro in cui le vengono estorti 300 euro, con la minaccia di ucciderle la famiglia. Uno in cui l'ex amante le porta via 100 euro dal portafoglio e l'orologio del valore di mille euro... Dopo una prima denuncia della donna, il giudice aveva imposto al bagnino il divieto di avvicinamento e di ogni tipo di contatto, anche telefonico, con la donna. Ma le prescrizioni erano state disattese, tanto che la misura era stata poi aggravata con il divieto di dimora nel Comune di Venezia.

IL PROCESSO

Ieri, la termine del dibattimento, la Procura aveva chiesto una condanna ancor più pesante: 7 anni. Tra le imputazioni iniziali c'era anche quella di sequestro di persona (per l'episodio della tenda). Ma il Tribunale ha ritenuto di assorbire questa accusa in quella più generale di stalking. Ha poi riformulato il reato contestato di stalking ai danni del marito in tentato stalking. Di qui la condanna a 5 anni di reclusione, con l'interdizione dai pubblici uffici per un periodo analogo, 2mila euro di multa, più il risarcimento alle parti civile, nonché l'allontanamento dall'Italia. Entro 45 giorni il deposito delle motivazioni, dopodiché l'uomo potrà decidere se ricorrere in appello. Nel corso del procedimento si era difeso sostenendo che l'azione legale contro di lui trovava spiegazione nei litigi tra moglie e marito.
R. Br.

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