VENEZIA - È piantonata in una camera del reparto di psichiatria dell'ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia Angelika Hutter, la 32enne tedesca accusata di aver travolto e ucciso tre persone che stavano camminando sul marciapiede a Santo Stefano di Cadore (Belluno). Già da ieri la donna, per la quale stamane è stato convalidato il fermo per omicidio stradale plurimo, aveva lasciato la cella del carcere femminile della Giudecca, in laguna, per essere trasferita nel nosocomio, dove si è chiusa nel mutismo più assoluto. Dopo essere stata bloccata giovedì scorso con la sua Audi nera davanti ai corpi martoriati di Mariagrazia Zuin, 64 anni, di suo genero Marco Antoniello, di 48, e del nipote Mattia di due anni, non ha avuto un crollo psichiatrico evidente ma la Procura ha deciso di procedere a valutazioni più accurate sul suo stato mentale.
Oggi, dunque, nel corso dell'udienza di convalidata davanti al gip Enrica Marson e il difensore d'ufficio Giuseppe Triolo non vi è stato il previsto interrogatorio, ma un dialogo tra i responsabili dell'Azienda sanitaria, del carcere e gli inquirenti per valutare se questo possa essere svolto in un prossimo futuro. Il procuratore Paolo Luca riferirà domani, martedì 11 luglio, in conferenza stampa ai giornalisti quanto è stato appurato sino ad ora in fase investigativa, lasciando ad una nota in senso dell'iniziativa.
Si pensa a un funerale unico, «per non piangere ancora di più»
Giorno di lutto a Santo Stefano di Cadore
Oggi a Santo Stefano di Cadore è stato proclamato il lutto cittadino: i negozi hanno abbassato la serranda e il consueto mercato settimanale si svolge in forma ridotta.
Raccolta fondi per Elena Potente
Ha perso il figlio di due anni, il compagno e la mamma: è Elena Potente, la madre di Favaro Veneto (Venezia) rimasta ferita nell'incidente. Per lei, attraverso i social, gli amici e gli ex compagni di classe hanno avviato una raccolta di fondi che possa aiutarla anche economicamente, tenendo conto del fatto che aveva avuto dal compagno Marco Antoniello anche un secondo bambino, ora senza padre.
«Non lasceremo Elena sola - scrive su Facebook Matteo Scarpellino, che con lei aveva fatto asilo, elementari e medie e che attualmente vive in Norvegia - e la sosterremo come possiamo. Per questo mi sembra giusto promuovere una raccolta di fondi in suo favore, come forma di partecipazione». Matteo aggiunge agli estremi del conto corrente aperto anche una annotazione personale: «non ci sono parole per descrivere il dolore causato da questo dramma».