Sanremo, i retroscena del Festival
"spiati" dal palco dell'orchestra

Martedì 17 Febbraio 2015 di Alessia Pilotto
Chiara Antonutti sul palco dell'Ariston
UDINE - Deve ancora riprendersi, Chiara, dopo un mese di prove e cinque giorni di dirette: «Sono in coma» dice ridendo. D'altronde, ha vissuto tutto il Festival di Sanremo, dietro e sul palco: tra i componenti dell'orchestra, infatti, a suonare la viola c'era anche la 32enne friulana Chiara Antonutti. Di Colloredo di Prato (anche se ora vive a Vicenza per studio), ha frequentato il liceo classico Stellini e il Conservatorio Tomadini a Udine e da quando ha 19 anni suona con la Fvg Mitteleuropa Orchestra. Ma a Sanremo, come ci è arrivata?



«Per caso - risponde - Nel 2010 ho collaborato per un'opera con quell'Orchestra. Ero piaciuta e il 23 dicembre del 2010 mi hanno contattata e chiesto se ero interessata al Festival. Ho detto di sì, anche perché era un'esperienza sicuramente diversa».



E così, nel 2011, Chiara ha partecipato al suo primo Festival (condotto da Gianni Morandi); nella cittadina ligure è tornata anche nel 2013 (con Fabio Fazio) e quest'anno con Carlo Conti. Far parte dell'orchestra, però, non è una passeggiata: «Le prove sono cominciate il 12 gennaio. Quando inizia la trasmissione le ore di lavoro sono tantissime: si parte alle 14 si prosegue fino alle 2 di notte. Le donne, durante la diretta, non riescono nemmeno ad andare in bagno, perché le pause pubblicitarie sono troppo brevi. Ci vuole molta disciplina, concentrazione e forza mentale - spiega Chiara - Io ne sono contentissima: è uno dei pochi spettacoli di varietà rimasti ed è avvincente vederlo prendere forma e crescere fino al debutto delle serate in tv».



Osservatrice privilegiata, le abbiamo chiesto cosa pensa di quest'edizione: «Conti - racconta - è molto gentile ed è un grande professionista: è riuscito a svecchiare il festival, dandogli un ritmo più fresco e ha dimostrato una tenuta incredibile. Aveva tutto sotto controllo. Le vallette? Trovo Arisa molto simpatica. Peccato che lei ed Emma non siano state sfruttate di più come cantanti».



E le canzoni? «Noi che le ascoltiamo dall'inizio tendiamo a dire che ci piacciono tutte per una questione affettiva. Comunque non sono completamente d'accordo con la classifica: i ragazzi de Il Volo (i vincitori, ndr) sono bravi e si vede che sanno stare sul palco, ma la canzone non mi fa impazzire. Tifavo Malika Ayane (terza classificata, ndr): una grande interprete. Bella la canzone di Nek, molto energica: aveva le idee ben chiare su cosa voleva. Mi è piaciuto anche Masini. Ma, indipendentemente dai brani, quando li vedi al lavoro capisci che i cantanti che arrivano a Sanremo sono tutti grandi professionisti. Anche i giovani erano di alto livello: fanno tenerezza perché sono emozionatissimi, si giocano tutto in tre minuti».



«Da questo Festival porto a casa un sacco di ricordi: le dirette, i colleghi, il mare di Sanremo. E - conclude ridendo Chiara (sorella tra l'altro del cestista Michele Antonutti, ex Snaidero ora in forza al Caserta) - una foto con Raoul Bova».
Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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