I clan della camorra e le frodi nel settore degli idrocarburi: sequestro da 150 milioni di euro

I militari dei Nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli, Trieste e Frosinone hanno dato esecuzione in Campania, Lazio ed Emilia Romagna a due decreti di sequestro preventivo

Giovedì 16 Novembre 2023
I clan della camorra e le frodi nel settore degli idrocarburi: sequestro da 150 milioni di euro

TRIESTE - I clan Formicola e Silenzio dell'area est di Napoli avevano investito e riciclato denaro nel settore degli idrocarburi: sequestro beni da 150 milioni di euro. I militari dei Nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli, Trieste e Frosinone, in collaborazione con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, stanno dando esecuzione in Campania, Lazio ed Emilia Romagna a due decreti di sequestro preventivo aventi ad oggetto beni mobili e immobili nei confronti di 11 persone indagate, a vario titolo, anche in forma associativa, per plurimi reati tributari, false comunicazioni sociali, trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio.

Per 6 persone, ritenute vicine alla camorra, i reati sono aggravati dal metodo mafioso, mentre per uno degli indagati dall'aver commesso il fatto nell'esercizio dell'attività di consulenza fiscale.

Le indagini, confermate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno fatto luce su articolati meccanismi di frode nel settore degli idrocarburi realizzati, tra il 2015 e il 2021, costituendo, in Italia e all'estero, società «cartiere» funzionali a permettere a terzi l'evasione dell'IVA e delle accise e l'applicazione ai consumatori finali di prezzi illecitamente competitivi.

Utilizzo di prestanome, sostituzione delle società in caso di accertamenti, grossi acquisti e vendite di gasolio per autotrazione in breve tempo, assenza di sedi, depositi, dipendenti e mezzi aziendali sono solo alcuni dei riscontri per le fiamme gialle. Tra i principali beneficiari della frode, una società di Napoli che, fino alla dichiarazione di fallimento, era cogestita di fatto da elementi di spicco del clan Formicola e del clan Silenzio. Agli amministratori di diritto o di fatto della società vengono contestati anche i reati di autoriciclaggio. Inoltre, attraverso operazioni su conti esteri, gli indagati avrebbero costituito trust, ma avrebbero evaso il fisco anche attraverso piattaforme di bitcoin e la reiterata fittizia intestazione di società e di beni mobili e immobili a soggetti prestanome.

Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 13:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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