Sesso con la 14enne dopo la festa, per i giudici non fu violenza: giovane assolto, la sua legale scoppia in lacrime

Venerdì 5 Novembre 2021 di Valeria Lipparini
IL PALAZZO DI GIUSTIZIA I giudici hanno assolto ieri un giovane alla sbarra per violenza sessuale dopo le accuse di una conoscente
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TREVISO - Si è chiuso con l’assoluzione il processo a carico di M. L., un ventiduenne accusato di violenza sessuale nei confronti di una minorenne. Ieri, in Tribunale, la discussione e il collegio giudicante (Sartorio, Bianco, Loschi) ha sposato la tesi difensiva, sostenuta dall’avvocato Jenny Lopresti, assolvendo il giovane con formula piena. Mentre l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Sabattini aveva chiesto la condanna a 6 anni.

L’EPISODIO CONTESTATO
Il fatto contestato al ragazzo, che all’epoca aveva 18 anni, risale al 6 gennaio del 2018. Tutto ha inizio ad una festa in una casa  di Quinto. Tra i tanti ragazzini c’è anche una 14enne che decide di fermarsi a casa dell’amica per la notte. Le due ragazze dormono nello stesso letto, ma sotto le coperte si infila anche il fratello dell’amica che, nel frattempo, dorme profondamente. La giovane, il giorno dopo lo denuncia, accusandolo di averla stuprata nonostante la sua volontà contraria. Lo dice chiaramente agli inquirenti. E ripete la sua versione dei fatti in aula, quando è chiamata a testimoniare.
«Gli ho detto che doveva smetterla, ma lui ha continuato. Ero poco più di una bambina, ma lui ha abusato di me» ha detto la giovane. Ma la sorella del giovane accusato, chiamata anche lei sul banco dei testimoni, fornisce un’altra versione di quella notte in cui lei dormiva accanto alla presunta vittima: «Mi è stato detto che si sono toccati ma che è stato consenziente». Dalle testimonianze è emerso che durante la festa i giovani avrebbero bevuto un po’ più del dovuto ed erano girati anche alcuni spinelli. Il ragazzo, che soffre di lievi deficit cognitivi, è seguito per questo da una piscologa, chiamata anche lei sul banco dei testimoni. La dottoressa ha confermato il fatto. «Il mio paziente mi ha raccontato di quella notte e del fatto che si erano accarezzati vicendevolmente. Era felice. Ma mi ha anche detto che la ragazza era consenziente». 

I MESSAGGI
Nel corso delle udienze l’avvocato Lopresti ha sostenuto una tesi diversa e plausibile rispetto a quella sposata dall’accusa. Dimostrando, tra l’altro, i problemi fisici di cui soffre il giovane che gli rendono difficile l’atto completo. E portando in aula i messaggi che la giovane aveva scambiato con un amico nei quali mai si parlava di stupro.
Poi, anche l’accusato aveva fornito la sua versione dei fatti. «La ragazza aveva bevuto tanto quella sera, abbiamo fatto del petting ma niente altro e io non l’ho violentata. È stata lei che mi ha invitato nel letto per “giocare” insieme». La difesa ha voluto anche, tra i testi, il medico legale Terranova che avrebbe, a sua volta, smontato la tesi dello stupro. Alla sentenza l’avvocatessa Lopresti è scoppiata in lacrime: «Il mio assistito ha dovuto prendere psicofarmaci dal momento in cui è iniziato il processo. Ora l’incubo è finito». 
 

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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