VALDOBBIADENE (TREVISO) - «Non mi arrendo!». Cesare De Stefani, l'oste che non c'è, multato di 62mila euro dal Fisco, ha già avviato le pratiche per ricorrere contro la sanzione.
A fine ottobre, quando il postino le ha suonato alla porta con 4 buste verdi in mano si immaginava il contenuto?
«Un pò sì perchè avevo in piedi un rapporto delicato col fisco».
E adesso?
«Farò ogni resistenza possibile per tenere in vita questa esperienza».
L'Agenzia delle Entrate l'aveva contattata prima di multarla?
«No.
Come è nata l'osteria senz'oste?
«Era il 2005. Capitava spesso che i miei amici, passando di lì, mi rimproverassero il fatto che non c'ero e che li lasciavo a bocca asciutta. Così un giorno ho deciso di mettere sul tavolo della cucina, la cui porta era ed è sempre aperta, tre bottiglie e sei bicchieri. Se erano di più avrebbero dovuto bere a turno. Un'emozione di cui nel tempo si sono impossessati non solo i miei amici ma anche tanta altra gente che passava di lì. Un fenomeno inaspettato».
L'osteria senz'oste rimane una casa privata?
«Sì. È di proprietà mia e di mia moglie che fin dall'inizio non ha mai condiviso molto questa mia idea e che ora si è trovata coinvolta nella vicenda. Quel locale io lo uso per rappresentanza: porto i clienti e qui faccio assaggiare i miei salumi. Avevo deciso di lasciare tutto pronto per me e i clienti: piatti, bicchieri e tovaglioli. Poi è l’ho lasciato anche a disposizione degli altri. E molte persone vengono accompagnate qui anche da altre cantine per fare degustazioni ed esposizioni di prodotti».
Cos'è oggi l'osteria senz'oste per Valdobbiadene?
«Ha contribuito a raccontare non solo la nostra Valdobbiadene ma tutto il territorio trevigiano e la sua comunità. È diventata un simbolo dell'accoglienza, del rispetto e della responsabilità».
Chi non ci fosse mai stato fa ancora in tempo a visitarla?
«Certo. La possibilità rimane. Anche dopo la multa. Io non mi arrendo».