LORIA (TREVISO) - «Se non paghi ti ammazziamo». L'inquilina non riesce più a pagare l'affitto dell'appartamento e i locatari decidono di farsi giustizia da soli mettendo in atto una campagna persecutoria, passata attraverso pesanti offese, minacce di morte e persino sacchi della spazzatura svuotati davanti e all'interno del bar da lei gestito.
LE OFFESE
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra l'estate del 2018 e la primavera del 2019, durante e dopo lo sfratto per morosità subìto dalla 30enne rumena, assistita dall'avvocato Pierantonio Menapace. La donna, dopo il divorzio del marito e con due figli da mantenere, non riusciva più a pagare l'affitto. Il debito accumulato si aggira attorno ai 10mila euro, considerate anche le spese relative all'ingiunzione di sfratto. Secondo la pubblica accusa padre e figlio l'avrebbero pedinata sul posto di lavoro, offesa e minacciata di morte anche di fronte ai figli. Sentendosi rivolgere intimidazioni del tipo: «Finirai male. Non farti più vedere, torna in Romania sennò ti ammazziamo» la donna ha sporto numerose denunce ai carabinieri. I due locatari si sarebbero presentati non solo sotto casa urlandole pesanti offese, ma anche al bar dove lavorava, a Castello di Godego, facendole la posta allo scopo di intimidirla. E arrivando persino a svuotare davanti alla porta e all'interno del locale la spazzatura che lei aveva posizionato fuori dall'appartamento preso in affitto: «Ti abbiamo portato la tua m****, se ti alzi ti diamo il bastone in testa».
IN TRIBUNALE
La vicenda è approdata quindi in tribunale e adesso padre e figlio, difesi dall'avvocato Luca Dorella, si apprestano ad affrontare il processo. Hanno scelto il rito ordinario, fiduciosi di rispedire al mittente tutte la accuse e al tempo stesso fermi nella volontà di veder saldato il debito accumulato dall'inquilina.