Treviso Pride, il sindaco Mario Conte fuori dal corteo ma pronto a sostenere i diritti: «Se sposerei due uomini? E perchè non dovrei?»

Domenica 18 Giugno 2023 di Paolo Calia
Treviso Pride, il sindaco Mario Conte fuori dal corteo ma pronto a sostenere i diritti

TREVISO - «Se sposerei una coppia di uomini? Ho tanti amici omosessuali, e non vedo perché dovrei dire di no di fronte a una loro precisa richiesta». «L’utero in affitto? Resto fermamente contrario. Ma sulle adozioni è necessario aprire un dibattito». Il sindaco Mario Conte, nel giorno del Treviso Pride, parla di diritti e della necessità di andare oltre alle ideologie.


Sindaco Conte, lei ha detto che intende aprire un tavolo con le associazioni del coordinamento Lgbte per affrontare il tema dei diritti.
«Faccio una premessa.

L’esperienza da sindaco mi ha dato una grande opportunità: andare al di là delle ideologie e confrontarmi che lo sensibilità più diverse. Fare l’amministratore vuol dire relazionarsi con gli altri senza preconcetti».


Quindi? Il tavolo lo apre?
«Certo. Con l’assessore Tessarolo ci siamo già confrontati con le associazioni e, finita l’estate, ho intenzione di ripartire con gli incontri sul tema dei diritti. In questi anni ho conosciuto persone con storie incredibili, che hanno vissuto e vivono disagi che mi hanno fatto riflettere. Un sindaco deve rappresentare tutte le sensibilità della sua comunità».


Però il Comune non ha dato il patrocinio al Pride.
«Premesso che non l’hanno chiesto, l’amministrazione comunale ha aiutato in tutti i modi gli organizzatori, che si sono dimostrati affidabilissimi e molto corretti».


E se le avessero chiesto il patrocinio?
«Dare il patrocinio avrebbe significato sancire l’adesione di tutta la comunità trevigiana al Pride. Ma io devo anche tenere conto che su alcuni temi il dibattito è aperto, i punti di vista diversi. Anche all’interno della comunità Lgbte non tutte le posizioni sono condivise. La via migliore è quella del dialogo mettendo da parte la politica che in questi casi divide. Vedi il Pd...».


Cosa ha fatto il Pd?
«Ha appoggiato il Pride più per cavalcare il momento e cercare voti. Non mi pare la posizione migliore».


Lei non ha partecipato alla sfilata.
«Non l’ho fatto perché non mi interessa la foto di partecipazione, mi interessa dialogare e costruire con le associazioni, nei tavoli che contano, una mentalità di vera inclusione. Rispetto la manifestazione ma non condivido certe spettacolarizzazioni. Inoltre invito i consiglieri comunali del Pd presenti a prendere le distanze da certi atteggiamenti offensivi e volgari dei loro alleati del Django».


Sindaco, sposerebbe due uomini?
«Ho tanti amici omosessuali, non vedo perché dovrei dire di no a una loro richiesta. In Comune, negli anni, si sono celebrati vari matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma hanno sempre indicato una figura di riferimento per celebrare. Se me lo avessero chiesto non avrei detto di no».


E sulle adozioni come la pensa?
«Discorso articolato. Partiamo da una domanda: un bambino senza genitori sta meglio in un istituto o in una famiglia che gli può dare serenità e amore? Se una coppia di uomini o di donne può garantire questo perché dire di no? E allargherei il discorso anche ai single».


C’è chi dice che la famiglia può essere solo quella con mamma e papà...
«Io parlo da amministratore che si concentra sul bene delle persone, cerco di ragionare al di fuori degli schemi ideologici. Guardiamo la realtà: ci sono studi di eminenti sociologi che danno letture molto interessanti. La politica deve stare al passo con i tempi».


Non lo è?
«Guardi: durante la campagna elettorale ho avuto modo di parlare con tanti diciottenni e diciannovenni, ragazzi molto giovani. Per loro quello della sessualità, di amare un uomo o una donna, è un non-problema. Le nuove sensibilità sono molto diverse da quelle di un 40enne o un 50enne. Può piacere o meno, ma è così».


Continuerà a iscrivere all’Anagrafe i figli di coppie omogenitoriali?
«Continuerò a rispettare la legge e le norme. I sindaci che su questo tema hanno fatto forzature sono stati costretti dalle Prefetture a fare marcia indietro. Se poi mi chiedete se è arrivato il momento di aprire il dialogo per una riforma dico “sì”: è arrivato il momento di parlarne».


E sull’utero in affitto?
«Resto fermamente contrario».


Queste posizioni la rendono un leghista “anomalo”...
«E perchè? La società è complessa e i temi vanno affrontati senza timori».


Magari dentro la sua maggioranza ci sarà chi non la pensa come lei...
«Non credo ci siano problemi. E se ci dovessero essere delle tensioni ne parleremo e le affronteremo». 

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Ultimo aggiornamento: 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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