Schianto Panda-Porsche. Parla Boffa, marito di Sabrina Benetton: «Ho visto il corpo di quella donna sull'asfalto...»

Mercoledì 24 Giugno 2020 di Alberto Beltrame
Schianto Panda-Porsche. Parla Boffa: «Ho visto il corpo di quella donna sull'asfalto. Era stata catapultata fuori, una scena terribile...»
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Panda contro Porsche: muore una postina. al volante del bolide c'era Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton, figlia di Gilberto Benetton. L'intervista a Boffa che spiega cosa è successo ricostruendo quegli attimi terribili.

«Sono sconvolto, faccio persino fatica a parlare. Non ho potuto fare nulla per evitare l'incidente, quell'auto è sbucata all'improvviso da una laterale e mi ha centrato in pieno». È stato dimesso con 30 giorni di prognosi, un forte trauma cranico e lo sterno rotto Ermanno Boffa, noto commercialista di Treviso e marito di Sabrina Benetton, figlia del compianto patron Gilberto. Era lui, giovedì scorso, alla guida della Porsche Panamera entrata in collisione con la Panda di Poste Italiane di Evelina Federigo, 41 anni, morta domenica in ospedale dopo 3 giorni di agonia a causa dei gravi traumi riportati nello schianto, avvenuto a Montebelluna lungo la Feltrina. 

Lo strazio della famiglia di Evelina: «Boffa non ci ha mai chiamato: per lei nemmeno un pensiero di cordoglio»



Dottor Boffa, cosa ricorda dell'incidente?
«Io stavo tornando da una riunione, avevo partecipato a un consiglio di amministrazione, e stavo rientrando a Treviso. È stata questione di un attimo. La Panda è sbucata da una laterale tagliando la Feltrina, senza fermarsi».

Non è stato dunque un frontale?
«Assolutamente no. Io stavo procedendo a velocità moderata, anche perché c'era traffico, eravamo tutti incolonnati. Lei evidentemente è andata via dritta, e non ho nemmeno fatto in tempo a frenare. Non l'ho neanche vista. Ho solo sentito come un proiettile sulla fiancata e sono finito contro il muretto in cemento di una casa. Se non avessi avuto un'auto robusta, non so come sarebbe andata a finire per me. O se al posto mio ci fosse stata l'auto con una famiglia a bordo».

È stato lei a lanciare l'allarme e a chiedere l'intervento dei soccorsi?
«Quando sceso dall'auto ho visto il corpo di quella donna a terra, sull'asfalto. Era stata catapultata fuori dall'abitacolo. Non so se indossasse o meno le cinture, ma c'era sangue ovunque. Una scena terribile, di cui non riesco ancora a capacitarmi. Mi sono avvicinato e ho cercato di soccorrerla. All'inizio respirava, ma aveva preso una botta terribile. La Panda non sembrava avere molti danni. Poi sono arrivate le ambulanza e l'elicottero del 118. Da lì non ho saputo più nulla, perchè sono stato anche io ricoverato in ospedale, a Montebelluna».

Cosa ha pensato quando ha saputo che Evelina Federigo non ce l'aveva fatta?
«È stata una notizia terribile, che mi ha sconvolto. Non avrei mai potuto immaginare una cosa simile. Assistere alla morte di una persona è devastante. Ma non ho colpe per quello che è accaduto, sarebbe potuto succedere a chiunque. Non capisco come abbia fatto a tagliare la Feltrina in quel modo, probabilmente la signora lavorava qui da poco, come ho appreso, e non conosceva bene le nostre strade».



Se la sente di mandare un messaggio alla famiglia della donna?
«Ho saputo che lascia due figli e un marito, e questo rende le circostanze ancora più drammatiche. È devastante pensare che una persona possa perdere la vita così, mentre lavorava. Non posso che esprimere le mie più sentite condoglianze».

E lei ora come sta?
«Ho rischiato anche io la vita. Ho lo sterno rotto e una brutta contusione alla testa, non so quanto servirà per riprendermi».

Ora la Procura inevitabilmente la indagherà per l'incidente.
«È giusto che le autorità facciano gli accertamenti, ma come ho spiegato la mia unica colpa è stata trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato».

Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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