Milioni spariti dal caveau, blitz in tutte le sedi della Nes. Clienti in fuga

Venerdì 4 Ottobre 2013 di Paolo Calia
La sede della Nes a Silea
TREVISO - Caso dei milioni spariti dal caveau della North East Service. Perquisizioni a casa di Luigi Compiano, patron dell'impero della vigilanza fondato a inizio 900 e che adesso comprende varie societ tra cui quella di famiglia e la Nes.



E poi nelle abitazioni di altri due dirigenti: il direttore di Nes, Filippo Silvestri, già finito nell'occhio del ciclone al tempo dell'inchiesta sulla sicurezza dei furgoni portavalori, e il suo collaboratore Massimo Schiavon.



Non solo: la Guardia di Finanza è tornata a esaminare anche la sede di Silea, dove si trova il caveau che avrebbe dovuto custodire i milioni reclamati da Veneto Banca e Gruppo Intesa, ed è andata negli uffici aziendali di via Roma e di viale IV Novembre. Altre perquisizioni hanno riguardato anche le sedi decentrate, dove ci sono le "sale conta" del denaro. Quindi a Tavagnacco (Udine), Verona, Padova, Bolzano; ad Azzano San Paolo (Bergamo) e Spini di Gardolo (Trento). Perfino a Collegno (Torino) e a Genova. Tutto per trovare elementi, tasselli utili a ricostruire cos'è successo alla trentina di milioni, anche se le cifre ufficiali dicono 23, letteralmente scomparsi.



Al momento non ci sarebbero indagati. Il fascicolo aperto dalla Procura trevigiana ipotizza il reato di furto plurimo aggravato contro ignoti, ma a preoccupare maggiormente la Nes è il provvedimento annunciato dalla Prefettura di Venezia: l'avvio delle procedure per la sospensione o la revoca della licenza. Una sciagura per la società e, soprattutto, per i suoi 680 dipendenti. Senza licenza non si può operare: il che vuol dire centinaia di persone destinate a perdere il lavoro. E tutto per una vicenda dai contorni ancora molto nebulosi.



Il giallo dei milioni spariti è molto intricato. A quanto pare non sono stati rubati, ipotesi che per la Guardia di Finanza perde di consistenza ogni ora che passa, ma semplicemente non si trovano: questa, almeno, è stata la risposta data ai rappresentanti di Veneto Banca e Banca Intesa.



La Nes al momento non dà spiegazioni. Durante un incontro con le rappresentanze sindacali, l'azienda ha semplicemente detto che le verifiche sono in corso: «Ma per noi al momento non manca nulla». I dubbi però aumentano e i milioni mancanti continuano a non saltare fuori.



Crollo dei clienti. «L'unica cosa certa è che ci sono 670 famiglie che non hanno sicurezza del posto di lavoro da qui a una settimana e che ormai l'85% dei clienti respinge i furgoni della North East Service (Nes) rifiutando di consegnare loro il denaro contante». Il quadro in sintesi è descritto da Edoardo Dorella, segretario della Fisascat Cisl di Treviso, uno degli esponenti sindacali che sta seguendo, assieme ai colleghi di Cgil e Uil, l'inedita vicenda del per ora apparente ammanco di decine di milioni di euro - per una cifra incerta, ma probabilmente superiore ai 30 - dai forzieri di North East Service, società di trasporto, consegna e contazione del denaro contante del gruppo Compiano.



La diffusione della notizia ed il conseguente atteggiamento precauzionale dei soggetti bancari e non, legati da contratto con Nes, avrebbe cioè provocato l'inattività di gran parte dei lavoratori che si trovano oggi, in maggioranza, in regime di ferie forzate. Sotto il profilo investigativo proseguono intanto le verifiche nella ventina di sedi decentrate della società, con lo scopo di accertare se il buco emerso nella sede operativa centrale di Silea (Treviso), non sia attribuibile ad omissioni nella rendicontazione sugli speciali moduli di carico e scarico utilizzati ogniqualvolta il denaro viaggia da una cassaforte all'altra. Nel frattempo la Prefettura di Venezia, competente per il territorio veneto, avrebbe attivato la procedura per verificare se vi siano gli estremi per procedere ad una revoca della autorizzazione ad operare.



«È un caso nuovo un pò per tutti - ha detto oggi il procuratore della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa - e stiamo anche cercando di comprendere la normativa in materia bancaria che permette l'affidamento di somme di denaro a terzi». I difensori del presidente, Luigi Compiano, hanno intanto fatto sapere che il loro assistito ha chiesto al pm incaricato, Massimo De Bortoli, di essere sentito al fine di chiarire la sua posizione. «La società sta operando con i propri consulenti - è il testo di una nota formale dello studio legale - per individuare le soluzioni più idonee a fronteggiare l'urgenza dettata dall'attuale stato di crisi operativa e finanziaria, al fine di salvaguardare per quanto possibile i livelli occupazionali e gli asset dell'azienda».



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Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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