Giorgione e Dumas: il romanzo in mostra. L'autore dei "Tre Moschettieri"
scrisse una biografia sul maestro castellano della Tempesta

Venerdì 17 Maggio 2024 di Elena Filini
Dumas racconta Giorgione: la mostra a Castelfranco

CASTELFRANCO - (TREVISO) «Un cavaliere giovane e bello, e per di più dotato di talento e audacia». È così che Alexandre Dumas fa entrare in scena Giorgione nella biografia che, insieme ad altre ventitrè vite illustri, doveva comporre “La Galerie de Florence”, impresa editoriale destinata ad una società di amatori. Che il padre dei “Tre Moschettieri” avesse scritto una biografia del pittore castellano non è forse noto ai più. E proprio da questa biografia romanzo prende il via la nuova mostra dedicata da Castelfranco al pittore, “Il Giorgione di Dumas”, che sarà presentata stasera dai curatori insieme ad una performance artistica della celebre compagnia castellana Anagoor, leone d’argento alla Biennale Teatro di Venezia nel 2018.

LO SGUARDO

Ma quale Giorgione emerge dalla penna di Dumas? A Dumas non interessa più di tanto il dato storico. Egli si mette di fronte a Giorgione e lo cerca; ma questo non è che il primo passo: dentro a quello che mette assieme sul conto dell’uomo-Giorgione, Dumas cerca poi il romanzo. «Cerca standard narrativi, colpi di scena, meccanismi di costruzione della trama, scenografie riconoscibili, sentimenti, momenti topici-spiegano i curatori-Così facendo, in breve, Alexandre Dumas costruisce un “suo” Giorgione. Non è un Giorgione filologico, ma un Giorgione da grande romanzo».

Scavando nelle pagine dedicate da Dumas al pittore di Castelfranco si riconoscono perciò, abilmente orchestrati, forme, luoghi, snodi e temi classici del romanzesco, ai quali lo scrittore francese adatta la vita di Giorgione.

IL PERCORSO

Il Museo Casa Giorgione continua il proprio percorso di ricerca e di proposte espositivo/culturali con una mostra inaspettata fin dal titolo, “Il Giorgione di Dumas”, che chiama in causa un accostamento tra il grande pittore castellano e il romanziere francese che diede vita al “Conte di Montecristo” e ai “Tre Moschettieri”. Iniziativa voluta e sostenuta dall’amministrazione comunale, la mostra si inserisce all’interno dei progetti scientifici del Museo Giorgione, che da tempo sta indagando non solo la figura del proprio nume tutelare, ma anche la fortuna del suo mito. Curata da Cristina Farnetti e Matteo Melchiorre, l’esposizione si accompagna all’edizione di un volume dedicato e pubblicato da Zel ed, ed è il tentativo di “esporre” un testo scritto, il racconto di un grande scrittore, in un gioco di rinvii e suggestioni tra parole, immagini e opere d’arte, provenienti da prestatori privati, pubblici e naturalmente dai fondi del Museo, dell’Archivio e della Biblioteca di Castelfranco Veneto. L’inaugurazione di stasera (alle 20.45) al Teatro Accademico vedrà così gli interventi dei curatori e una performance curata da Anagoor. «Vogliamo raccontare un Giorgione nuovo, visto con occhi diversi- spiega il direttore Matteo Melchiorre- per ricostruire la fortuna post mortem del pittore in termini di mito è importante rileggerlo con gli occhi di altre grandi menti. Lo scorso anno fu Canova, quest'anno Dumas». In mostra, per la prima volta, il dipinto che fino a metà del Novecento fu creduto il ritratto di Giorgione e davanti a cui Dumas si fermò per contemplarne il carattere e l'espressione.

LE AREE

La mostra si divide in 2 piani ai quali corrispondono altrettante aree di significato. Al piano terra con un andamento più didattico si dà spazio alla figura di Alexandre Dumas e alla sua presenza in Italia e a Firenze. Qui nel 1840 il grande scrittore francese viene coinvolto nella iniziativa editoriale della Galerie de Florence. Al primo piano si entra invece, varcando un vero e proprio sipario, all’interno della “Vita di Giorgione” scritta da Dumas. Quest’ultimo infatti scrive da grande romanziere e non da filologo. Egli utilizza i dati a propria disposizione circa la vita di Giorgione per intessere un racconto che ha in sé i modi del romanzo. Le sezioni di quest'area centrale della mostra corrispondono ad altrettanti topoi narrativi tipici del romanzo: Umili origini, Feste e baldorie, Amicizie e maestri, Sfida, Gelosia, Amore, Tradimento, Finale tragico. Per ognuno di questi nuclei oltre a una piccola guida per accompagnarsi nella mostra sono proposti degli oggetti aperti (documenti libri opere d’arte) che servono a integrarsi nella narrazione della biografia di Giorgione proposta da Dumas. Nella sua parte conclusiva la mostra procede in sala fregio con l'installazione acustica di Anagoor dentro la quale trovano spazio le 2 opere principali della mostra: il volume la Galerie e il Ritratto di uomo barbuto prestito della Galleria degli Uffizi che il Museo Casa Giorgione e il Comune di Castelfranco hanno restaurato a proprie spese nel contesto delle procedure di prestito di quest'opera. Fanno parte del percorso espositivo inoltre un registro quattrocentesco degli estimi di Castelfranco contenente notizia di Giorgione e sua madre Altadonna un quadro di Cesare Dell'Acqua pittore ottocentesco, il prezioso volume delle Civiche Collezioni di Castelfranco Giorgione e le sue opere pubblicato a Venezia da Ferdinando Ongania nel 1896.

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